giorgio levi

Elezioni Inpgi, vince Macelloni

Alla fine il risultato non lascia alcun dubbio. Alle elezioni per il rinnovo dei vertici Inpgi ha vinto, anche al di sopra delle aspettative, la linea dettata dall’attuale presidente Marina Macelloni.

I numeri. La coalizione Inpgi all’Inpgi ha ottenuto 45 consiglieri su 60 che fanno parte della maggioranza uscente (38 di Controcorrente e dei gruppi lombardi Non Rubateci il Futuro, Nuova Informazione, Stampa Democratica e 7 di Stampa Libera e Indipendente) e 15 delle diverse minoranze. Tra i giornalisti attivi, ne sono stati eletti 40 della maggioranza e 10 delle minoranze. Tra i pensionati, gli eletti sono 5 della maggioranza. Al primo posto appaiate la lombarda Marina Cosi e la romana Silvia Garambois con 974 voti, poi Gianpaolo Boetti del Piemonte con 788 voti, Giuseppe Gulletta della Sicilia con 693 voti e Pietro Treccagnoli della Campania con 638 voti. E altri 5 vanno alle minoranze.

Colllegio dei sindaci. Alla gestione principale il primo eletto è il lombardo Enrico Castelli (coalizione di maggioranza) con 3.624 voti davanti al romano Pierluigi Franz con 3.469 voti e a Savino Cutro (coalizione di maggioranza) della Basilicata con 2.923 voti. Supplenti, e quindi non operativi, Luigi Ronsisvalle della Sicilia, Marco Esposito della Campania e Giuseppe Mazzarino della Puglia. Il sindaco effettivo della gestione separata è  la lombarda Olimpia De Casa (coalizione di maggioranza) che con 1.918 voti ha doppiato l’uscente sindaco lombardo Stefano Gallizzi, staccato di 960 voti (supplente Inpgi 2 è Lucio Maria Musolino della Calabria).

Comitato amministratore della gestione separata. La maggioranza uscente ha eletto tutti e 5 i componenti. E cioè Massimo Marciano (Lazio, 1.917 voti), Nicola Chiarini (Veneto, 1.790 voti) e Stefania Di Mitrio (Puglia, 1.745 voti) di Controcorrente, Orazio Raffa (Sicilia, 1.262 voti) e Ezio Ercole (Piemonte, 1.133 voti) di Stampa Libera e Indipendente.

Da rilevare l’uscita di scena storica di Franco Abruzzo, rappresentante della minoranza, che non è riuscito ad entrare nel Collegio dei sindaci.