Era cominciato male fin ieri il confronto che oggi ci sarebbe stato tra azienda e giornalisti della Stampa sul futuro del giornale. Il direttore Maurizio Molinari annunciava su Prima Comunicazione quello che oggi l’editore avrebbe dovuto comunicare al Cdr. Ovvero, il tanto atteso piano editoriale.
Ma come sarebbe a dire, prima lo rendete pubblico e poi lo dite a noi? Che razza di rapporto volete avere con i vostri giornalisti? Già l’aria che si respira da mesi è pessima, anche dopo l’annuncio del cambio di proprietà, il gesto di scortesia sindacale in questi due giorni l’ha resa ancora più irrespirabile.
Diplomazia sindacale ruspante a parte, il piano sarebbe stato in ogni caso bocciato, e l’assemblea dei giornalisti non avrebbe potuto far altro che votare per uno sciopero. La sorpresa è l’immediatezza dell’annuncio, l’astensione dal lavoro è partita subito. E quindi il giornale non sarà in edicola, e nemmeno aggiornato sul web, domani e domenica. Tra le altre misure di protesta quella che più di tutte fa irritare il direttore: lo sciopero delle firma a partire da domani. Protesta però volontaria, chi vuole firma lo stesso.
Questo il comunicato pubblicato sull’edizione web del giornale.
“L’assemblea dei redattori de La Stampa esprime la sua ferma contrarietà alla decisione della direzione e dell’azienda di trasferire otto colleghi dalla redazione di Roma a quella di Torino nell’ambito della riorganizzazione del lavoro in vista della partenza del “progetto digitale web first” fissata ai primi di marzo.
La mancata comunicazione ai singoli, la mancanza di un confronto sulle problematiche personali e professionali, rappresentano un fatto unico nella storia di un giornale come La Stampa che ha messo sempre al centro della produzione del giornale i suoi giornalisti, le loro doti e capacità professionali e umane.
L’azienda nell’incontro col Cdr ha ribadito di essere interessata a perseguire la strada dei prepensionamenti (il che vuol dire niente straordinari), di voler compensare tutte le domeniche pagandole solamente al 55% e più in generale di voler introdurre ulteriori misure per il contenimento dei costi, ipotesi più volte respinte dalla redazione.
Per questi motivi l’assemblea, esprimendo solidarietà ai colleghi della redazione romana ed auspicando un cambiamento della linea e della strategia intrapresa da azienda e direzione con la consapevolezza che confronto e dialogo possano essere gli unici strumenti da utilizzare in un momento molto difficile per l’editoria e alla vigilia di un necessario cambiamento dell’organizzazione del lavoro che si annuncia complesso, respinge il piano prospettato dal direttore Maurizio Molinari proclamando con decorrenza immediata due giornate di sciopero nell’ambito di un pacchetto complessivo di cinque. Contestualmente, dalla giornata di domani, annuncia lo sciopero delle firme a tempo indeterminato sia sulla carta sia sul web“.
Credits