
Raffaele Lorusso, segretrio Fnsi (foto archivio ©Il Times)
Che quella per il rinnovo dei vertici Inpgi non sarebbe stata una campagna elettorale tipo passeggiata lo si sapeva. Valanghe di mail, spesso durissime, riversate ogni giorno nelle caselle di posta di ciascun giornalista danno il metro dello scontro in atto tra fazioni opposte e lontanissime tra di loro. Da una parte chi tenta una mediazione con il governo per rafforzare e mantenere attivo l’istituto di previdenza, dall’altra chi ne invoca il commissariamento e lo scioglimento nell’Inps.
Oggi il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso era a Torino (con il presidente di Inpgi Marina MacellonI) e ha parlato ad una assemblea pubblica degli iscritti. Sulla frattura all’interno della categoria, così netta, Lorusso ha detto che “mentre noi lavoravamo per rinforzare l’Inpgi, c’erano colleghi che si riunivano in una stanza con l’allora sotto segretario all’editoria Vito Crimi e che tarmavano per far cadere i vertici del nostro istituto di previdenza”.
Oggi Crimi è vice ministro agli Interni. Ed è nota ai lettori di questo blog la sua totale avversione al mondo dei giornali e dei giornalisti. Se dipendesse dal più radicale esponente della direzione del M5S (e ora reggente) l’Inpgi sarebbe già sotto un commissario, l’Ordine sciolto e il sindacato spinto all’angolo del personalissimo ring del padre putativo del Movimento.
Trovarsi in una stanza soli con lui non può essere mai una buona idea.