
(Skitter Foto https://www.pexels.com/@skitterphoto)
La storia è di quelle che non sai mai se sono vere o frutto di fantasia o fake. Ma questa è autentica. Toccante e commovente.
Un giornalista della Mondadori ha una figlia di 2 anni a cui è stato trovato un cancro, neuroblastoma infantile. Un dramma, l’uomo comunica all’azienda che non potrà lasciare da quel giorno sua figlia sola nemmeno un minuto. E si prende tutte le ferie che ha a disposizione. Ma sono poche, troppo poche. La malattia è complicata e ci vuole molto più tempo che una manciata di giorni.
Così, prima i colleghi della sua redazione, poi quelli delle altre, poi i dipendenti, fattorini, amministrativi, dirigenti, centralinisti, il marketing, redattori del settore libri. Tutti insieme in pochissimi giorni mettono a disposizione centinaia di ore di ferie, sfruttando una disposizione di legge contenuta nel JobAct che consente, con la formula ferie solidali, questa opportunità. Alla fine il papà raccoglie 365 giorni, ma anche questi non bastano. L’azienda aggiunge di suo altri 365 giorni, fino ad arrivare ai due anni. E dispone che chi ha donato più giorni, si veda sottratto in busta paga un solo giorno.
Una eccezionale corsa alla solidarietà. Piccole notizie che fanno grandi uomini e donne e aziende per le quali lavorano. Ma non è l’unico caso. E’ accaduto di recente ad un dipendente Conad in Sardegna, ad un lavoratore delle acciaierie di Terni, ad una impiegata di Pordenone e molti altri ancora sparsi per l’Italia.
Come richiedere le ferie solidali, e con quali modalità, lo si può leggere qui sul sito di Donna Moderna.
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