giorgio levi

L’investitura di Crimi non ci dice niente di buono. L’uomo del “no” ostacolo per Inpgi e Ordine

Vito Crimi, capo politico del M5S (foto archivio ©Il Times)

Vito Crimi capo politico reggente del M5S. Per il sistema editoriale italiano non è una buona notizia. L’ex sottosegretario all’Editoria (I° governo Conte) non ha mai nascosto le sue antipatie per il mondo dei giornali, degli imprenditori, dei giornalisti. In più occasioni ha dichiarato la sua contarietà all’Ordine dei giornalisti, all’istituto di previdenza Inpgi, che voleva commissariarlo, e al sostegno economico alle imprese editoriali.

Per Crimi tutto è sempre stato un no. Ha rifiutato il confronto con le parti in causa, ha istituito i fallimentari Stati Generali dell’Editoria, ha tagliato fondi di sostentamento alle cooperative e alle piccole imprese, mettendo in difficoltà un mondo del lavoro che a fatica riesce a sostenere la crisi economica.

In realtà, come tutti sappiamo, Crimi non è che il portavoce di Davide Casaleggio, che ha ereditato dal padre e da Grillo l’avversione a giornali e giornalisti. E per di più, l’asse Crimi-Casaleggio è assai più tenace di quello Di Maio-Casaleggio. E dunque non dovremmo aspettarci niente di buono da questo ingresso al vertice del M5S di Crimi.

Ora Inpgi è nei 6 mesi di tempo (scadranno a giugno) che il governo ha concesso all’istituto per sistemare i conti, prima del commissariamento. Il rosso si aggira sui 140-150 milioni di euro. A febbraio ci saranno le elezioni per il rinnovo dei vertici. Le fazioni in lizza si stanno scannando, anche se tutti sanno che i conti non si sistemeranno in 6 mesi, se non si trova un accordo con il governo che s’impegni a sostenere l’intero sistema editoriale italiano.

Sarà perciò necessario un tavolo di trattativa, dopo le elezioni Inpgi. Ma il governo ci starà? Con Crimi capo politico del partito di maggioranza non è nemmeno impotizzabile. Il Pd, con l’attuale sottosegretario Andrea Martella, che promette molto e sparisce subito dopo, non sembra avere la forza politica per dirimere la questione. Nel precedente governo il sottosegretario della Lega Durigon si era battuto per trovare una buona soluzione per rimpolpare le casse di Inpgi.

Crimi farà di tutto per far valere i suoi propositi di smantellatore del sistema anche all’interno di questa coalizione, contando sul probabile appoggio di Renzi, che ha sempre dichiarato di voler abolire l’Ordine dei giornalisti.

Proprio come il suo nuovo alleato.

(La riproduzione di questo articolo è libera, secondo quanto previsto dall’attribuzione di Creative Commons, all’unica  e inderogabile condizione che nel riprodurlo sia citato il nome di questo blog IL TIMES e che attraverso il link sia permesso al lettore di raggiungerlo).