giorgio levi

Domani l’Unità torna in edicola. Direttore responsabile: Maurizio Belpietro. E non è Lercio

Detta così sembrava una trovata di Lercio.it, invece è tutto vero. Domani L’Unità torna in edicola ad 1 euro e la firma il direttore più improbabile della storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci: Maurizio Belpietro. Solo a metterli vicino questi due nomi fanno venire la pelle d’oca, ma la realtà supera spesso le fantasie più perverse, soprattutto in questi ultimi mesi.

La notizia ha fatto il giro dei social ed è stata confermata dallo stesso Belpietro, contattato qui dall’Huffington Post: “Mi hanno chiesto di firmare questo numero, per garantire l’uscita, e io l’ho fatto”. Il numero in edicola domani serve infatti all’editore per evitare la decadenza della testata che, a quel punto sarebbe acquistabile da altri. I giornalisti che hanno lavorato alla fattura del giornale, rientrati per pochi giorni dalla cig, hanno ritirato le firme, ma non tutti. Sul numero in edicola domani ci saranno interviste a Di Maio, Zingaretti e Fratoianni.

Il cdr si è fatto sentire con questo comunicato: “Maurizio Belpietro direttore de l’Unità. L’ultimo affronto alla storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci è arrivato questo pomeriggio all’improvviso e senza alcuna comunicazione al Comitato di redazione da parte dell’amministratore delegato Guido Stefanelli quando in redazione era in chiusura il numero speciale realizzato per evitare la decadenza della testata.

Si tratta di un gesto gravissimo, un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle norme contrattuali. L’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l’Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d’odio. Il giornale sarà domani in edicola con la firma di Maurizio Belpietro, ma non con quella di Umberto de Giovannangeli che, componente del comitato di redazione chiamato a lavorare a questo numero speciale, avendo saputo del cambio di direzione soltanto pochi minuti prima che il giornale andasse in stampa ha deciso di ritirarla in segno di protesta.

Da mesi la redazione è impegnata in un estenuante confronto con la proprietà nel tentativo di riportare il giornale in edicola, anche a costo di pesanti sacrifici, e mai una simile evenienza è stata prospettata al comitato di redazione e alla Federazione Nazionale della Stampa – prosegue il comunicato del Cdr-. È evidente che da ora in poi e su queste basi non c’è alcuna possibilità di trattare oltre e che i giornalisti de l’Unità tuteleranno la propria professionalità e la propria storia in tutte le sedi possibili.

La notizia della nomina di Maurizio Belpietro alla direzione de l’Unità è soltanto l’ultimo tassello di una storia iniziata nel 2015 quando la Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina ha riportato in edicola il giornale, e culminata nel giugno 2017 con la chiusura dopo mesi di attacchi ai diritti dei lavoratori e alle norme contrattuali. Adesso, però, crediamo sia arrivato il momento di dire basta a questo scempio: faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità, ma chiediamo ai vertici dei partiti della sinistra, al mondo della cultura, ai sindacati e a tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’informazione libera e democratica di mobilitarsi al fianco della redazione per difendere un patrimonio culturale e professionale comune”.