Come ho riportato qui il sottosegretario Vito Crimi è stato accusato da Il Giornale di avere speso 45 mila euro di denaro pubblico in sondaggi su stesso e sul governo.
Per completezza d’informazione riporto la smentita dell’on. Crimi pubblicata sulla sua pagina Facebook.
“Ridicolo. Oggi Il Giornale mi accusa di aver commissionato sondaggi per conoscere il mio gradimento nell’opinione pubblica e arriva a scrivere che il sottoscritto “pensa alla carriera”. Siamo al limite della diffamazione.
I sondaggi citati dal quotidiano sono stati commissionati su richiesta della presidenza del Consiglio dei Ministri per rilevare l’opinione dei cittadini in merito alle attività promosse e alle decisioni assunte dal Governo. Certo non per appagare un mio presunto narcisismo.
Ricordo al giornalista Pasquale Napolitano -e a tutti i segugi che stanno riprendendo la notizia immaginando di avere per le mani lo scoop del secolo senza minimamente verificarlo-, che da anni sono previste risorse finanziarie per l’acquisizione dei servizi di sondaggio. Servizi, questi, regolarmente utilizzati anche dai governi precedenti ed anzi in misura ben superiore a quella utilizzata fino ad oggi da questo Governo.
Riporto di seguito gli stanziamenti iniziali e gli utilizzi effettivi, relativamente agli ultimi 5 anni:
2015: Stanziamento 510.000 €; Utilizzo 255.000 (50% del totale);
2016: Stanziamento 485.000 €; Utilizzo 107.000 (22% del totale);
2017: Stanziamento 460.000 €; Utilizzo 0 (0% del totale);
2018: Stanziamento 437.000 €; Utilizzo 22.500 (5% del totale);
2019: Stanziamento 382.000 €; Utilizzo 25.300 (7% del totale).
I dati riportati sono reperibili da una semplice ricerca sui siti della Presidenza del Consiglio.
Come si può facilmente dedurre dai numeri, in un anno di Governo abbiamo stanziato meno risorse per i sondaggi e speso effettivamente un decimo di quanto speso da Renzi nel 2015. E abbiamo speso ancor meno di quanto spendeva, ai suoi tempi, Berlusconi.
Spiace constatare come ancora una volta, l’ennesima, un giornalista abbia contribuito a minare la credibilità dell’informazione in Italia. Evidentemente la pratica di verificare le notizie sta scomparendo. Continuate pure a inventarle, le notizie. I lettori continueranno a scappare“.