giorgio levi

Alla fine c’è sempre nonno Silvio: “Non potrei, ma vedrò che cosa si può fare per capire com’è la situazione della redazione romana del Giornale”

Alla fine c’è sempre l’anziano nonno Silvio a cui appigliarsi. I giornalisti de Il Giornale, dopo l’annuncio che il 30 aprile chiuderà la redazione romana con trasferimento di tutti i redattori a Milano, hanno scritto a Silvio Berlusconi:

Ci dicono che la chiusura è inevitabile. Non ci sono altre strade per far quadrare il bilancio. Il risultato è che ci troviamo con le spalle al muro. Ma è davvero questa l’unica strada? E quanto costa invece a livello di immagine, di prospettive future, di strategie aziendali chiudere la redazione cardine di un giornale politico come il nostro?” Forse la chiusura non è l’unica risposta. Forse ci sono altre strade. Forse ci possiamo sedere intorno a un tavolo e trovare nuove soluzioni, come è sempre stato nella storia del Giornale. Noi siamo disposti a trattare, a trovare insieme all’azienda un’idea alternativa per il bene di tutti”.

La risposta del vecchio Silvio non si è fatta attendere: “Ho visto. Ma c’è qualcosa nella legge sul conflitto di interessi che non mi dovrebbe consentire di interessarmi di fatti che riguardano la stampa. Comunque mi interesserò”.

C’è da crederci? Sì lo farà, è nella sua natura. Ma che arrivi ad un risultato positivo non è affatto scontato. I conti del Giornale sono al lumicino. E la chiusura di Roma è soltanto il primo passo.

Credits

AdnKronos