giorgio levi

Vito Crimi cento ne pensa e cento ne fa: “L’Ordine dei giornalisti? Agli Stati Generali ne vedremo delle belle”

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Verna e il sottosgretario Crimi

Intervistato da La Notizia il sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi alla domanda: con l’Ordine dei giornalisti che si fa?

Crimi risponde: “Gli operatori stanno facendo da sé. Guardiamo la vicenda dell’Inpgi che adesso pretende che anche i comunicatori si iscrivano, facendo passare il concetto che possono ottenere le tutele dei giornalisti anche coloro che non sono iscritti all’ordine. Quindi di fatto superando lo schema che giornalista coincide solo ed esclusivamente con l’iscrizione all’ordine dei giornalisti. Certi schemi si stanno superando da soli. Agli Stati generali ne vedremo delle belle”.

Ora, non ho nulla di personaale contro questo signore, salvo il fatto che non riesco a trovare un solo appiglio per dire massì qualche ragione ce l’ha. Come si fa a delegare una persona totalmente incompetente ad una materia così delicata come l’editoria?

Magari Crimi è un bonaccione, uno con cui si possono fare quattro risate (forse) in spiaggia. Ma questo mondo così complesso che va dalla libertà di stampa al complicatissimo lavoro dei giornalisti, dalla tutela della professione a quella delle imprese editoriali. Come fai ad affidarle ad uno che viene dal nulla? Ho abbastanza esperienza, mi è bastato sentirlo parlare una volta per capire.

Questa storia degli Stati Generali puzza come un arrosto dimenticato sul fornello. In tanti anni ho visto, partecipato, seguito Stati Generali di ogni categoria, economica o politica. I risultati sono zero. Un sacco di parole, nessun impegno concreto. Questi dell’editoria poi sono fumosissimi. Crimi afferma che inizieranno a fine marzo, siamo quasi a metà mese e non c’è nemmeno una data.

Crimi se li sta inventando, giorno per giorno. Sul modello del M5S, fai qualcosa, qualcuno ci crederà. Magari la prossima settimana li annuncia. Come se rappresentassero il punto di partenza di una rivoluzione. Saranno un petardino, si chiuderanno in autunno, quando il governo sarà caduto.

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