giorgio levi

Bufera sul vicepremier. Il Fatto Quotidiano: “Di Maio salvato da un amico nell’Ordine campano”

La storia è abbastanza ingarbugliata. Com’è noto il caso del vicepremier e giornalista pubblicista Di Maio è stato archiviato l’altro giorno, come raccontato qui, dal Consiglio di disciplina della Campania. Di Maio era stato accusato, dopo l’assoluzione della sindaca di Roma Raggi, di avere pronunciato questa frase: “Il peggio in questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, corrotti intellettualmente e moralmente”.

Per questa ragione, essendo iscritto all’Ordine dei giornalisti della Campania, era stato deferito alla Disciplinare di Napoli. Che lo ha assolto dall’accusa accogliendo la tesi del suo avvocato difensore Maurizio Lojacono (suo legale da 5 anni): “La sua condotta è riconducibile non al giornalista iscritto all’albo dei pubblicisti, ma al suo ruolo di parlamentare”.

Archiviato, e quando sembrava tutto finito spunta Il Fatto Quotidiano con Vincenzo Iurillo che è andato a fare pulci all’interno dell’Ordine della Campania. Così è venuto fuori che anche l’avvocato Lojacono è un pubblicista e allo stesso tempo legale di Mimmo Falco, pubblicista e vicepresidente dell’Ordine campano. Lo stesso Lojacono aveva difeso Falco dall’accusa di avere tentato una scalata al sindacto dei giornalisti acquistando tessere d’iscrizione. Arrivarono ricorsi in massa e l’avvocato Lojacono fu incaricato da Falco di smontare le accuse.

Ma c’è di più. Il Fatto Quotidiano riporta che nel 2010 fu lo stesso Falco a dichiarare che la sua corsa alla vicepresidenza era stata sostenuta proprio dal pubblicista Di Maio. Poi c’è la ciliegina sulla torta, sostenuta anche dal sindacato dei giornalisti della Campania. Mimmo Falco, figlio di Luigi, lavora all’ufficio stampa del Ministero del lavoro, lo stesso guidato da Di Maio.

Considerazioni finali e personali.

La prima. Il vicepresidente di ciascun Ordine territoriale non può fare parte del Consiglio di disciplina. E quindi, in questo caso, andrebbe provata una sua intromissione nelle decisioni della Disciplinare.

La seconda. Il Consiglio di disciplina è, o dovrebbe essere, del tutto autonomo rispetto al Consiglio dell’Ordine.

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