Eccolo qui. Ben impostato, schiena diritta, abiti dozzinali cinesi ma perfettamente stirati, sguardo impenetrabile, non ha il gobbo e nemmeno gli auricolari per comunicare con la regia. Fa tutto da solo, non fa un plissè.
Il primo anchorman virtuale del mondo è cinese, frutto di una avanzatissima intelligenza artificiale. L’agenzia Xinhua (Nuova Cina) lo ha presentato mercoledì alla quinta edizione della World Internet Conference di Wuzhen, provincia dello Zhejiang. E’ in servizio dall’8 novembre.
Legge le news, capisce che cosa fare durante le dirette, si comporta senza incertezze come un esperto giornalista di lungo corso. Lavora 24 ore su 24 sul sito web della compagnia statale. E soprattutto costa una infinitesima parte rispetto allo stipendio di un giornalista in carne ed ossa. Parla in cinese ed inglese.
E poi non mangia, non beve, non si fa le canne, non va in ferie, non dorme, non caga, non sciopera, non vuole fare carriera, non ha amanti tra le colleghe. Insomma non rompe le balle. Io fossi nella Rai gialloverde un po’ ci penserei.
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