E’ finita la lunga storia mondadoriana del settimanale Panorama. Da ieri il settimanale, il cui primo numero uscì nell’ottobre del 1962, è della società La Verità srl di Maurizio Belpietro.
La notizia arriva dallo stesso quotidiano di Belpietro: “L’ acquisizione è stata finalizzata ieri, con l’assistenza dello studio legale Bonelli Erede, di R&P Legal e di Futuro all’ Impresa Advisory. L’obiettivo di Maurizio Belpietro, direttore ed editore della Verità, è quello di riportare il settimanale a un posto di prestigio nel panorama dell’informazione italiana. Posto che merita e ha occupato per più di mezzo secolo. Come, i lettori lo scopriranno numero dopo numero, a partire dalla prossima settimana”.
L’autore dell’articolo Alfredo Arduino scrive: “La sfida di Panorama nell’ informazione periodica è sempre stata con il rivale L’ Espresso, i due news magazine per antonomasia. Solo che la testata fondata da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari dall’ agosto di due anni fa ha modificato la sua natura: esce la domenica, come allegato di Repubblica e non più come giornale autonomo del venerdì. Il direttore Belpietro intende invece rilanciare il Panorama in autonomia, senza limitarsi a farne un dorso venduto esclusivamente in abbinamento con La Verità”.
E poi l’esultanza di Belpietro: “La stampa non è morta. Ha ancora una sua importanza, ha ancora un suo peso politico e noi siamo qui a testimoniarlo”.
Infine, che fine faranno i giornalisti, ormai ex Mondadori? Lo scrive la Fnsi: “I giornalisti entrano in due società spezzatino che fanno capo a La verità di Maurizio Belpietro. Dei 24 colleghi, tutti sotto minaccia di chiusura della testata se non fosse avvenuto il passaggio, 12 hanno accettato di tagliarsi lo stipendio, 5 non hanno accettato e passano a stipendio pieno, 6 hanno deciso di accettare un incentivo all’esodo per uscire e una si è dimessa volontariamente senza incentivo”.
L’Associazione Lombarda dei Giornalisti e L’Associazione Stampa Romana: “Oggi si è concretizzata la peggiore operazione possibile, tutta giocata sulla pelle dei giornalisti”.
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