Leggo stamane su Linkiesta.
Il 14° Rapporto Censis- Ucsi presentato a Roma lo scorso 4 ottobre dal titolo “I media e il nuovo immaginario collettivo” usa la locuzione rivoluzione copernicana e fornisce dati espliciti a riguardo.
Nella dieta mediatica degli italiani del 2017 la televisione resta in cima con il 95,5% e perde solo 2 punti rispetto allo scorso anno. A farla da padrone sono la televisione digitale terrestre e quella satellitare ma web e smart tv guadagnano 2,4 punti percentuali sul 2016 e quella attraverso mobile raddoppia addirittura il numero di utenti. Anche la radio è uno dei canali preferiti dai nostri connazionali e il numero di ascoltatori persi da quella tradizionale viene compensato da quelli guadagnati dalla radio consultata in rete.
Uno degli aspetti più indicativi del rapporto Censis è l’uso delle piattaforme come strumenti multicanale, basti pensare che l’11,1% le usa per guardare programmi e il 10,4% per usufruire di contenuti audio ma le percentuali in entrambi i casi raddoppiano tra chi ha meno di 30 anni. Un discorso analogo vale per l’informazione. Solo il 35,8% degli Italiani consulta i giornali cartacei, i quotidiani stampati in dieci anni hanno perso addirittura un quarto dei propri lettori (-25,6%) ma anche quelli online hanno avuto scarso successo”.
Ciò accade perché la maggioranza considera ancora i telegiornali come vetrina sul mondo, seguiti da Facebook usato addirittura da quasi la metà dei giovani.
Secondo il rapporto Censis solo il 38,3% degli over 65 è su Internet ma l’87,8% di chi ha tra i 30 e i 44 anni e addirittura il 90,5% dei giovanissimi tra i 14 e i 29 anni. Giovani e giovanissimi sono assimilabili nell’uso della rete, degli smartphone e delle attività svolte online, al contrario chi è più anziano ha abitudini totalmente differenti e una minore predisposizione all’uso delle nuove tecnologie.
La maggioranza della popolazione tuttavia è online e il rapporto Censis descrive la nostra come l’era biomediatica, in cui ognuno descrive la propria vita in rete, in tempo reale a un numero impressionante di persone. Tasselli di biografie personali sono disseminate nei social network. Il 65,7 % della popolazione scandisce le proprie giornate attraverso la messaggistica di Whatsapp, addirittura l’85,8% di chi ha tra i 14 e i 29 anni.
Più della metà degli Italiani, per la precisione il 56,2% e quasi l’80% dei giovani, trascrive la propria quotidianità con i post di Facebook. Il 21% e quasi la metà dei ragazzi, immortala letteralmente la propria esistenza su Instagram.
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