Primo contatto umano e fisico tra i giornalisti della Stampa e il loro nuovo amministratore delegato Monica Mondardini. Notizie zero, strette di mano formali, sorrisini, tutto un po’ rigido. L’ad ha confermato quello che il Cdr (più Ubaldeschi, Vanetti e Scanavino presenti) già sapeva da secoli: sarà garantita l’autonomia delle testate del gruppo, compresa l’identità della Stampa.
Ma. Mondardini, che viene descritta come spietata donna di conti, avverte: l’autonomia finanziaria è la garanzia di quella editoriale. Come dire, ragazzi volete fare un giornale senza che nessuno ci metta becco? Fate quadrare il vostro bilancio. Magari non sarà proprio così, ma il principio (fin troppo elementare) non ammetterà deroghe.
E l’ad dice anche come: da un lato la difesa dei ricavi delle edizioni di carta, dall’altro la costruzione di nuovi ricavi dal digitale. Un po’ troppo semplice anche questo. Mondardini spiega che ci sono voluti 18 mesi per arrivare a quella che lei chiama fusione. Nei prossimi (altri 18?) saranno delineati nei dettagli il ruolo di Itedi nel nuovo gruppo ed eventuali sinergie tra le diverse testate. Chi va dove, quando e perché.
E il piano industriale e quelli editoriali dei quotidiani del gruppo Itedi? Cioè la ciccia della notizia? Forse non è ancora il momento di svelare le carte che i manager hanno in mano da almeno un anno? E se non ora, quando?