I tempi per capire quali saranno i destini di Stampa, Repubblica e del gruppone Gedi non sembrano brevissimi. L’unico punto certo è l’avvenuta costituzione di Gedi con l’ingresso di John Elkann socio di minoranza e Carlo Perrone tra i consiglieri del Cda. Tutti gli altri tasselli della più imponente operazione editoriale di ogni tempo sono invece assenti.
Quello che tutti si domandano è quale sarà la rotta di navigazione del Gruppo, che ha concentrato in un unico editore la quasi totalità dell’informazione quotidiana in Italia (a Stampa, Repubblica e Secolo XIX vanno aggiunti la ventina di quotidiani locali che fanno capo a Finegil, altra società della galassia De Benedetti). E qui siamo al buio totale, nessuno tra i manager di De Bendetti ha mai nemmeno accennato a piani industriali ed editoriali, il primo vero punto di contatto tra azienda e lavoratori. I tempi di conoscenza del Verbo sembrano tuttavia lunghetti. Il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, ieri a Torino per l’assemblea annuale dell’Associazione Stampa Subalpina, ha raffreddato le aspettative: “Crediamo che il piano industriale di Gedi non arriverà prima dell’autunno”.
Sulla questione della concentrazione editoriale (l’altro tema caldo) che di fatto crea a Torino e in Piemonte una sorta di monopolio dell’informazione, Lorusso ha detto che siamo nelle mani di “un apparato normativo del 1981, quando si ragionava in termini di copie cartacee, quando non si doveva superare il 20% della tiratura nazionale per stare dentro i limiti di legge. Il mondo è cambiato e la legislazione è rimasta ferma. Alle osservazioni di Fnsi ad Agcom, su questo tema, i consiglieri del Garante per le comunicazioni hanno allargato le braccia. Se la normativa è inadeguata rivolgetevi al Parlamento,ci hanno detto”.
Così, si torna da capo. Con norme inadeguate ai tempi che regolano il mercato e il destino di centinaia di giornalisti nelle mani di un unico committente. Fa persino sorridere vedere quanto tutti si agitino sulle fake news che sono una pagliuzza al confronto della trave che gli editori maneggiano con tanta naturalezza. Prima o poi finirà nell’occhio di qualcuno.