giorgio levi

I numeri finali del Salone del Libro: 3 mila tra giornalisti e blogger accreditati. E della piccola fiammiferaia che n’è stato? “Giuro sul mio onore che mi manda il direttore”

Un po’ di numeri alla conferanza stampa finale del Salone del Libro. Tra giornalisti, blogger e foto cine operatori le persone accreditate sono state 3 mila. Dai Paesi più svariati: naturalmente Italia e poi Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Francia, Germania, Ungheria, Corea, Paesi Bassi, Romania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Venezuela. Così, anche sul piano della copertura mediatica ci facciamo una pippa a Milano.

Ma c’erano davvero tutti sti giornalisti? Beh,  io il coreano credo di averlo visto. In coda all’accreditamento. Un tipetto strano di nero vestito, non lavatissimo, ma pazienza, molto gentile. Gli ho ceduto un paio di posizioni davanti a me, per tenermi allenato l’olfatto al profumo della carta. Così, scivolando all’indietro sono finito vicino ad una tizia che vedo tutti gli anni. Forse non da trenta, ma almeno da una decina. Questa volta stile piccola fiammiferaia, altri anni tipo Maga Magò o Genoveffa, la sorellastra di Cenerentola. Insomma, una così. So di certo che non è una giornalista, anche se lei lo giura sul suo onore. Anche quest’anno aveva in mano un foglio ciancicato con un timbro che dovrebbe figurare il logo di una testata. Anche quest’anno me lo mostra. “E’ una dichiarazione del mio direttore, lo giuro. Lui sta a Milano, chissà se mi fanno l’accredito?”.

Di piccole fiammiferaie o nanetti minatori disposti a giurare il falso e ad aprire una trattativa sul rilascio dell’accredito ne ho visti a decine in trenta edizioni di Salone. Desiderano, bramano, sognano quella plastichetta. E non per entrare gratis, non è avarizia, ma vogliono che tutti sappiano che sono giornaliste o giornalisti. Avevo al collo il cordino porta pass ereditato da saloni precedenti, lei lo guarda e mi chiede (come tutti gli anni): “Lo daranno anche a me?”.

Per chiudere la conversazione sono scivolato ancora indietro. Il coreano in debito di sapone l’ho visto da lontano passare, molto sciroccato ma con il suo accredito. La piccola fiammiferaia  secondo me no, sventolava ancora la sua dichirazione del direttore che sta a Milano.

Come giornalista piuttosto anziano e come consigliere dell’Ordine mi sono domandato: chi siamo noi per negare una tessera alla piccola fiammiferaia?