L’accordo sindacale, sul quale il Cdr della Stampa aveva ottenuto il via libera dall’assemblea e che il 22 aveva firmato con l’azienda, non va bene. Come dimostrano i toni molto aspri che i giornalisti si sono scambiati via mail e discutendone nelle varie redazioni. Molti punti dell’accordo lasciano perplessi una gran parte dei redattori. C’è chi parla di ennesima “presa per i fondelli” dell’azienda e chi ancora non ha digerito la presenza del direttore di Repubblica e dei vertici del Gruppo Espresso al brindisi di fine anno. Tanto che la parola sciopero era circolata già in mattinata. Poi tutto è rientrato, ma non dimenticato. Ora c’è di mezzo anche l’accordo, già abbastanza oneroso secondi alcuni e contestato perché alla voce “impegni presi dal direttore e dall’azienda” (assunzioni, passaggio a praticanti degli art.36, contratti in scadenza) ci sono date che vanno oltre il 31 marzo, quando cioè la cessione della Stampa al Gruppo Espresso sarà cosa compiuta. La domanda che tutti si fanno è: come facciamo a sapere che cosa sarà di questo giornale dopo quella data, chi sarà la controparte? La road map delle assunzioni deve essere fatta con l’azienda così com’è adesso, con date attuative precedenti all’ultimo giorno di marzo. E nero su bianco. Infine, la richiesta corale di tornare in assemblea.