I giornalisti potranno continuare ad accedere liberamente a Palazzo di Città. Il sindaco Appendino lo ha detto durante un incontro in Municipio, a cui era presente anche il presidente Versaci, ai vertici di sindacato e Ordine dei giornalisti. Il clima viene raccontato disteso e anche cordiale. Le dichiarazioni del primo cittadino smentiscono il caso sollevato con una interpellanza in consiglio comunale del capogruppo del Pd Lo Russo. Una sorta di chiacchierata per dirsi come stavano le cose. Il risultato: libertà di accesso alle riunioni del Consiglio e a quelle delle commissioni, che sono già per norma libere al pubblico. Per interviste o incontri con assessori e dirigenti i giornalisti dovranno “qualificarsi al corpo di guardia della Polizia Municipale all’ingresso dell’edificio”. Dunque, non schedature. Pare che nei nei corridoi di palazzo ci sia da sempre un via vai di gente che non si sa chi sia e dove va. Da qui, secondo Appendino, era necessario creare un filtro al portone d’ingresso.
Tutti contenti? In apparenza sì, in realtà secondo molti non è così semplice parlare o intervistare gli assessori di questa giunta grillina che offrono risposte vaghe e rimandano per le dichiarazioni all’ufficio stampa. Tuttavia questa non è una limitazione alla libertà di stampa. E’ semmai una forte diffidenza nel lavoro dei giornalisti. Con il rischio che in questo lungo tragitto di rimandi le notizie invecchino in fretta. Si dovrà aguzzare l’ingegno.
L’incontro con Appendino non prevedeva il tema “non vogliamo giornalisti che origliano alle porte” (frase che avrebbe pronunciato Versaci) e dunque non sapremo mai se è stata detta oppure no. Nel dubbio, è bene non origliare alle porte, ora che si appena sono riaperte.