Povero Inpgi. Un po’ il passivo, un po’ gli stipendi stellari di presidente e vicepresidente e consiglieri del Cda. Un po’ che stanno saltando i nervi alla maggior parte dei giornalisti italiani, l’istituto di previdenza non ha pace.
Adesso viene pure fuori la questione degli 80 euro al giorno come gettone di presenza per chi partecipa alle sedute del Consiglio generale. L’ente ha pensato all’eliminazione dei rimborsi spese per i membri del Consiglio generale che abitano in provincia di Roma e dei gettoni di presenza, ma fino a oggi i consiglieri generali hanno continuato a riceverli, mentre il cda vi aveva rinunciato nel 2012. In provincia di Roma. Vuol dire che abitano a Roma, prendono la metro, si siedono in consiglio un paio di giorni e portano a casa 160 euro, spero lorde.
Sugli 80 euro, però, non è ancora detta l’ultima parola. L’emendamento sull’abolizione è passato con 34 sì e 14 no, ma da parte della maggioranza del consiglio non sono mancate le proteste e alla fine si è deciso di ridiscutere la questione durante la prossima riunione. Chissà mai.
Poi c’è molto di più. C’è lo stipendio da 255 mila euro lorde all’anno del direttore generale, ma ridotto ora del 10 per cento. Ci sono i compensi ai membri del Cda. Ci sono i conti da paura: l’istituto ha chiuso il bilancio 2015 della gestione principale con un rosso di quasi 142 milioni di euro e un patrimonio a valore di mercato sceso da 1,99 a 1,86 miliardi. Sempre lo scorso anno lo squilibrio tra entrate e uscite previdenziali e assistenziali è stato di 112 milioni di euro contro gli 81 del 2014.
Ma non sto a farla lunga, il link qui sotto fotografa perfettamente la drammatica situazione.
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