giorgio levi

Che malinconia, all’Ordine non ci sono più i rinfreschi di una volta

torta

Aveva ragione un collega ieri. Guardando il francescano buffet per lo scambio degli auguri di Natale a Palazzo Ceriana, reduce dalla premiazione annuale nella Sala delle Grandi Cariatidi, mi diceva: “Certo, non ci sono più i rinfreschi di una volta!”. E aggiungeva tartine di salmone al suo piatto di plastica.

Io non so che cosa volesse dire, quello che so è che mezz’ora prima, nelle mie forzate funzioni di tesoriere dell’Ordine, stavo esaminando con i nostri consulenti gli ultimi mesi di bilancio. E che vedendo le cifre, sempre più risicate dei nostri poveri conti, ero ben contento di essere andato in mattinata con il presidente Sinigaglia e con la mia 500 a comprare 12 bottiglie di vino al Cerrefour. E che i biccheri del rinfresco fossero di carta, come i tovaglioli e le posate. Anzi, sai che ti dico? Il prossimo anno useremo le mani.

Hai ragione caro il mio Barbaggiani, non ci sono più i rinfreschi di volta. A parte il capolavoro di torta che si vede in questa foto, opera unica della pasticceria Peyrano.

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