
Nel post precedente a questo ho confuso i Feltri. Ho fatto diventare Mattia (direttore di Huffington Post) fratello di Stefano (ex direttore di Domani). Ed entrambi figli di Vittorio. Il che non è vero: Mattia non è fratello di Stefano. E Stefano non è figlio di Vittorio. E nemmeno cognato di Annalena Benini, che è la moglie di Mattia.
Tutto ciò, che può apparire una sciocchezza, in fondo i quotidiani più titolati sono pieni di errori peggiori di questo, è invece molto grave. Per me che svolgo la professione del giornalista da 40 anni e per questo blog che si occupa esclusivamente di editoria, giornali e giornalisti. Chiedo scusa ai lettori e agli abbonati.
Riporto perciò la notizia di Stefano Feltri, sollevato dalla direzione di Domani da De Benedetti, così come l’avevo riportata. Ed elimino la parte riguardante Annalena Benini (moglie di Mattia e nuora di Vittorio) ma non ovviamente, come avevo titolato, cognata di Stefano. Spero di uscirne da questo tourbillon feltrinesco.
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Appena ti distrai un po’, perché hai altri cazzi da pensare, che non aggiornare un blog, la sderenata macchina dell’informazione si rimette in moto. Anche se la domanda è: ma lo sanno che tutto questo baraccone italiano del giornalismo sta viaggiando sul Titanic?
Comunque. Stefano Feltri è stato silurato, dopo tre anni, da Carlo De Benedetti dalla direzione di Domani. Al suo posto è entrato Emiliano Fittipaldi, che va detto, ad onor del vero, è un giornalista con le palle. La sua biografia la trovate qui, ricordo soltanto le sue meravigliose inchieste sugli scandali sessuali di Berlusconi.
Feltri a quanto pare non aveva subodorato niente, ha scritto il classico editoriale d’addio e poi si sarà rintanato a rosicare da quale parte. E’ il destino dei direttori. De Benedetti, da parte sua, ha twittato una cosa del tipo voglio portare il giornale nel futuro, che è quello che scrivono tutti gli editori che non sanno che pesci prendere. Vedremo.
Alla fine però è sempre una questione di numeri. A Domani le cose, a quanto pare, non vanno affatto bene. Così, Open di Enrico Mentana è andato a fare due conti. Perché, poi alla fine, i siluramenti si fondano sempre sui numeri. E questi di Domani sono assai liquidi. Ecco cosa scrive qui Open.
“Creato come società editrice il 4 maggio 2020, il primo numero cartaceo del Domani è arrivato in edicola il 15 settembre 2020. Dopo un mese e mezzo circa erano arrivate le dimissioni del presidente del Cda Luigi Zanda: a sostituirlo l’ex Dg Rai Antonio Campo Dall’Orto, tutt’ora in carica. A controllare i passaggi l’ingegnere e storico editore di la Repubblica, Carlo De Benedetti, attraverso due società: la Romed con il 98% delle azioni e la Romed International, con un capitale iniziale dichiarato per il nuovo quotidiano di 10 milioni di euro. Una cifra che De Benedetti avrebbe a sua detta destinato a una Fondazione creata ad hoc, passaggio però mai avvenuto. Nel primo anno di vita del giornale, di quei 10 milioni di euro risultavano versati soltanto 2.550.000 euro, con un bilancio che a fine 2020 registrò una perdita di 1.937.143 euro e un fatturato di 2.346.635 euro.
Con un calcolo fatto sulle vendite relative ai soli tre mesi e mezzo di esercizio. Per il 2021 il capitale sociale versato è salito invece a 6.050.000 su 10 milioni, con un fatturato cresciuto a 4.550.132 di euro. Ad aumentare però sono state anche le perdite, pari a 2.303.372 di euro. Ad oggi i numeri del 2022 rimangono ancora sconosciuti in attesa della pubblicazione dei documenti di bilancio. Quello che è certo è che le perdite finora registrate hanno già eroso il capitale che da 10 milioni si è ridotto a 5.759.485 di euro, con 3.950.000 di euro ancora da versare.
Se l’andamento dei conti del 2022 fosse simile a quello dei due anni precedenti le prospettive di crescita per il quotidiano sarebbero a questo punto davvero minime. Una delle ipotesi formulate nell’ultimo periodo era stata allora quella di ridurre i costi almeno di carta e stampa trasformando il Domani in un quotidiano esclusivamente digitale.
La stessa digitalizzazione di cui parla anche la nota ufficiale di poche ore fa sulla nomina di Fittipaldi a direttore. Un’idea quello di un giornale online che però sembra ancora non aver trovato un iter formale. Al momento, con costi del personale che a fine 2021 ammontavano a 2.387.353 di euro, la decisione è stata quella di tagliare lo stipendio del direttore. Con ancora però scarsi risultati nella risoluzione dei problemi strutturali. Intanto i tentativi di dare un più stabile futuro industriale al Domani continuano: le ultime indiscrezioni parlano di una ricerca di possibili soci finanziatori”.
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