giorgio levi

Inpgi, proroga del commissariamento al 31 dicembre. Il Cda approva un piano di risanamento dei conti

Com’era previsto, dopo l’emendamento al Decreto Sostegni Bis, presentato alla Camera dal deputato Pd Filippo Sensi, il ricorso all’eventuale commissariamento di Inpgi dovrebbe essere spostato dal 30 giugno al 31 dicembre.

Su questa base il Cda dell’ente previdenziale dei giornalisti ha approvato una serie di misure che dovrebbero risanare i conti (200 milioni di debito) e allargare la platea degli iscritti.

Ecco quali sono.

 

L’introduzione per cinque anni di un contributo straordinario dell’1% per il riequilibrio della Gestione previdenziale sostitutiva dell’AGO a carico di tutti gli iscritti attivi e pensionati, che  determinerà  un incremento di gettito quantificabile in 15,5 milioni di euro annui. Nell’arco del quinquennio di vigenza, pertanto, affluiranno nelle casse dell’Istituto 77,5 milioni di euro. Per quanto riguarda i colleghi in attività, il contributo concorrerà ad incrementare la propria posizione previdenziale.

 

 

La rimodulazione del limite di reddito cumulabile con la pensione, con l’abbassamento della attuale soglia di franchigia  a 5.000 euro annui. Ciò comporterà un risparmio di spesa pensionistica quantificabile in circa 1,5 milioni di euro annui.  E’ stata comunque decisa una  deroga  per le pensioni di importo annuo non superiore al trattamento minimo contrattuale annuo del redattore ordinario vigente  nell’anno precedente (oggi pari a 38 mila euro). In questo caso, il limite di reddito cumulabile è fissato, a decorrere dall’anno 2022,  in 22.000 euro.

 

 

La sospensione della concessione delle residue prestazioni facoltative (case di riposo, superinvalidità e sussidi). Il risparmio riguarderà le nuove domande e a regime, il risparmio di spesa annuo è stimabile in circa 1,2 milioni di euro.

 

 

Poiché la pensione di anzianità erogata dall’Inpgi si consegue con 62 anni e 5 mesi di età e 40 anni e 5 mesi  di contributi, è stata introdotta una percentuale di abbattimento   pari al 3% su base annua, rapportata agli anni e ai mesi  mancanti al raggiungimento del requisito della pensione anticipata vigente nel sistema generale e, cioè, oggi 41 e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini. La misura potrebbe comportare una  minore spesa nel primo anno di 255 mila euro, nel secondo anno di  510 mila, nel terzo anno di  765 mila euro e cosi via.

 

 

Per quanto riguarda, infine, i costi di struttura, al fine di concorrere al riequilibrio della Gestione previdenziale, il Consiglio Generale – il 29 aprile scorso –  ha già adottato un intervento per ridurre del 10% gli oneri afferenti i compensi dei componenti degli Organi Collegiali, per un importo stimato pari a circa 130 mila euro. Le ulteriori riduzioni del 5% dei restanti costi di struttura, deliberate oggi dal CDA, compresi quelli del personale, sono stimate in circa 1,12 milioni di euro annui. Il totale complessivo stimato dei risparmi sui costi di struttura  è pari, quindi,  a 1,25 milioni di euro.

 

L’opposizione, rappresentata dai consiglieri di Cda Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano dice che “la maggioranza che guida l’Inpgi (e la Fnsi) mette ancora una volta le mani in tasca ai giornalisti italiani con una nuova manovra, la terza in cinque anni, inutile come le precedenti a mettere in salvo le nostre pensioni. A conti fatti, il risparmio sulla pelle dei soli giornalisti non arriva neppure a 19 milioni l’anno: una goccia nel mare rosso dei conti dell’Inpgi, che perde 663 mila euro al giorno e ha chiuso il bilancio 2020 a -242,2 milioni di euro. E che rischia di avere ancora pochi mesi di respiro senza iniezione di liquidità fresca”.

E in ogni caso la manovra, secondo i consiglieri di opposizione, non avrà alcun peso sugli editori “che per anni hanno versato contributi molto inferiori rispetto a quanto richiesto dall’Inps e che sono responsabili di aver attinto a piene mani dalle casse dell’Inpgi per rispondere alla crisi con un uso disinvolto e spesso ingiustificato degli ammortizzatori sociali e dei prepensionamenti”. A cui si aggiunge appena “una limatura irrisoria ai contributi al sindacato”.

Credits

Inpgi

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