giorgio levi

Da Meloni a Segre, chiedere scusa non basta più. Il pentimento va compiuto

Giorgia Meloni (foto Francesco Ammendola Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica, pubblicata su Wikipedia)

Un docente universitario insulta pesantemente l’onorevole Meloni. Una settimana fa una consigliera comunale del M5S di Torino diffonde un messaggio di chiara matrice anti-semita. Uno degli hater che hanno sparato bordate social orripilanti contro la senatrice Segre si pente: “Chiedo scusa di cuore, sono una brava persona, mi vergogno di quello che ho scritto, è un periodo non felice e ho agito senza ragionare”.

Tutti e tre hanno chiesto scusa. Tutti e tre hanno affermato di essere brave persone (chissà se non lo erano). Tuttavia, chiedere scusa non basta. E’ un processo mentale da paraculi. Perché se sei un esponente politico o un docente universitario i casi sono due: o sei un menteccato (ma allora che cosa ci stai a fare seduto ad una cattedra universitaria?) o dici quello che pensi e poi quando hai paura che la polizia postale ti scovi (il caso dell’hater di Segre) ti metti in ginocchio.

Il chiedere scusa ha un po’ a che fare con il chiedere perdono, una delle chiavi di salvezza che la religione cattolica offre ai credenti. Hai condotto una vita da delinquente e sei all’ultimo giorno della tua esistenza? Se chiedi sinceramente perdono a Dio, Lui ti salva. Forse non andrai dritto filato nel Regno dei Cieli, ma nemmeno all’inferno. Chissà poi come va davvero nei minuti finali, chissà quanti chiedono perdono a Dio e sperano di ripulirsi la coscienza e staccare un biglietto verso il Paradiso. E’ una cosa che non sapremo mai, nessuno è tornato per dircelo.

Ma Dio è l’Altissimo e può essere magnanimo, se legge il vero pentimento nella nostra anima. Gli uomini sono un’altra faccenda. Alle scuse è necessario accoppiare un gesto significativo, irreversibile, forte. Il docente universitario, che ha datto della scrofa alla signora Meloni, prende carta e penna, scrive al rettore e si dimette in poche ore. La consigliera comunale di Torino lascia immediatamente il suo cadreghino in Consiglio e scompare volontariamente dalla scena politica. L’hater che ha rovesciato infamità razziste sulla signora Segre va in una Comunità ebraica e si offre volontario per accompagnare i dolorosi pellegrinaggi ad Auschwitz. Offrirsi spontaneamente, contriti e pentiti. Ma soprattutto, dimostrarlo con i fatti terreni.

Le scuse sono una minuzia da vigliacchi, evaporano in tre giorni. E alla prima occasione loro stessi se ne dimenticheranno, pronti a tornare sulla scena degli idioti anche solo per un giorno.

3 thoughts on “Da Meloni a Segre, chiedere scusa non basta più. Il pentimento va compiuto

  1. Le parole valgono le pietre e Meloni nella sia carriera politica ha lanciato anche le pietre. Poi si è raffinata ed è passata alle parole e pretende che gli avversari facciano altrettanto. Pentimento, scuse, contrizione, sono parole inadatte. Offese è il termine giusto, alle offese si risponde con le querele. Poi saranno i giudici a sentenziare. Meloni resta un avversario politico pericoloso perchè fascista nel profondo, e cosa sia stato veramente il fascismo non è mai stato spiegato nelle scuole italiane. Fosse stato fatto non ci sarebbero più i rischi reali che in questi giorni corre la democrazia italiana, lo Stato Italia.

  2. Come puoi ben capire sono totalmente d’accordo, e nessuno più di me con il cognome che porto è consapevole del neo fascismo della signora Meloni. Tuttavia, questo mio post non aveva un intento politico. L’ho scritto semplicemente per dire quanto sia insopportabile questa faccenda delle scuse. Il tema sono le scuse. Chiunque spara cazzate e minacce e insulti, o pubblica post anti-semiti come quello della consigliera comunale di Torino del M5S, poi chiede scusa. E lì si chiude la faccenda. Echecazzo. La sindaca Appendino ha detto: “Ha chiesto subito scusa”. E zero provvedimenti. Il professore, che s’ispira a ideali della sinistra, cioè gli stessi miei per intenderci, ha bullizzato Meloni con epiteti offensivi nei confronti di una donna e poi ha chiesto scusa. E basta. Fortunatamente ora il suo rettore lo ha sospeso per tre mesi. Insomma, volevo rimarcare la questione delle scuse che è diventata intollerabile secondo me. Sul resto sono ovviamente d’accordo con te. Tutto qui.

  3. Non ho voluto allargare l’argomento, ma mi rendo conto che manca una componente molto importante: noi siamo una nazione formalmente cattolica, ma non capace nemmeno di rispettare 10 semplici comandamenti. Poi ti scappa la parola di troppo e allora c’è il pentimento e il perdono. Poi ti scappa lo schiaffone alla donna che sta con te e non sa/ non può reagire. Poi anche l’azione scappa di mano e c’è il femminicidio, o il delitto d’onore che è un cugino prossimo, o il territorio abbandonato alle mafie: Vedi che ci si allarga troppo.
    Un abbraccio, giorgio

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