
Stamattina mi sono beccato il pippone di 25 minuti di una specie sovranista: “Appartenevo ad una loggia massonica. Ma quelli per bene, non gli altri”.
In questi giorni per solidarietà vado a fare colazione dal mio amico Angelo, che ha un suggestivo chiosco nel controviale di corso Tassoni, davanti al liceo Cavour. Una brava persona imbufalita, giustamente. Il tizio massone ha cercato di spiegare, in un profluvio di teorie e parole, perché l’Italia è destinata a diventare il Paese più povero del mondo. E per farsi capire meglio è partito da Hitler per finire (ovviamente) a Soros, a Bill Gates, al paradiso fiscale dell’Olanda e alla Germania “che andrebbe bombardata una volta all’anno”. Un comizione sugli effetti che provocherà la pandemia ridicolo, tenuto con la mascherina abbassata e sputacchiando a destra e a manca. “Il mondo ci sovrasterà”. Ma chi c’era lì non lo ha preso per matto. Anzi. Quando ha menato fendenti su Prodi che “ha voluto l’Unione Europea per svendere l’Italia alla Francia, che si è presa anche il Montebianco” c’era chi assentiva.
Ieri sono stato in coda 45 minuti sotto l’acqua e ben ammassato con un altro centinaio di persone per pagare una multa di 70 euro alla signora Appendino, che aveva annunciato per l’estate la sospensione della zona Ztl, lasciando però le telecamere accese. Prima sparisce questa incapace e meglio sarà per tutti.
Quella coda però mi è servita per tastare il malumore fortissimo che la gente sente. Una quarantenne con le labbra gonfiate come un canotto (lo so perché si è tolta la mascherina per fumare) si trovava in perfetto accordo con un tizio che invocava le Brigate Rosse, per rendere giustizia al popolo che è il solo detentore del potere: “Quando qualcuno sbagliava, sai che che facevano le Br? Si procuravano l’indirizzo di casa e andavano a gambizzare i famigliari. Ecco quello che dovremmo fare”. Avrà avuto meno di 40 anni e ai tempi delle Br non era nemmeno nato, ma abbastanza convincente per farsi ascoltare dalla donna in gonna lunga, occhi scuri ben truccati, tatuaggio e giubbotto di pelle e soprattutto abbastanza credibile per allungarle il suo biglietto da visita: “Sono una specie di taxista, se hai bisogno di me chiamami”. Un vecchio trucco, certo, ma quelli che stavano intorno, anche vecchietti, dicevano di essere d’accordo.
Perché queste due storie? Perché sono identiche a mille altre di questi giorni qui a Torino. C’è una rabbia montante, pericolosa, inquietante. Chi ha attività commerciali non si rassegna. Per ora il fuoco è sotto la cenere, ma se qualcuno ci soffia sopra s’incendia tutto.
Ah, circola anche la teoria che in Campania, che fino a tre giorni fa piangeva disperata, e oggi è una regione addirittura in zona gialla, la Camorra batte N’drangheta e Mafia 1 a 0.
Tra 15 giorni il girone di ritorno.