giorgio levi

Il buono uscita all’amministratore delegato di Gedi Cioli (1,8 milioni di euro) è “in linea con la politica di remunerazione adottata dalla società”

A volte mi fuggono i dettagli. Come questo, preliminare all’assembela degli azionisti di Gedi, che si è svolta ieri, qui il resoconto.

Ad un azionista che chiedeva spiegazioni sull’esorbitante cifra di 1,8 milioni di euro elargita all’amministratore delegato Laura Cioli al momento della sua uscita dal Gruppo alla fine dello scorso anno, e che aveva  destato non poche perplessità anche tra i giornalisti di Repubblica, l’azienda ha risposto così: “Gli importi liquidati in favore dell’amministratore delegato Laura Cioli comprendono il trattamento e le competenze di fine rapporto del lavoro dirigenziale e sono stati determinati in base alle intese contrattuali sottoscritte in occasione del conferimento del suo incarico quale amministratore delegato e direttore generale, sottoposte al parere del Comitato per le operazioni con parti correlate (che ne ha considerato positivamente l’interesse e la convenienza per la società) e del Comitato per le nomine e la remunerazione. Tali intese, in linea con la politica della remunerazione adottata dalla società, prevedono una indennità di cessazione per l’interruzione del rapporto dirigenziale e di amministrazione intervenuto non per giusta causa prima della scadenza del mandato, al fine di fissare ora per allora le relative condizioni e sono state definite in modo tale che il loro ammontare complessivo non superasse un determinato importo o un determinato numero di anni di remunerazione. Non vi è collegamento tra tale trattamento e le performance della società, che possono dipendere anche da fattori estrinseci rispetto all’impegno o le capacità del manager”.

Ciao Cioli, buona fortuna.

Credits

Il Sole 24 Ore