Il Cdr de Il Corriere della Sera ha firmato un accordo con l’azienda sui prepensionamenti e sugli altri punti chiave per l’immediato futuro del giornale. Ecco quali.
Prepensionamenti. Il numero scende da 50 a 38. Viene sancito il principio della volontarietà. Nessuno potrà essere forzato ad andare in prepensionamento, neanche attraverso un utilizzo punitivo della cassa integrazione. Il prepensionamento si prospetta come un’opportunità data ai colleghi che hanno maturato i requisiti di legge.
Assunzioni. Le norme varate dal governo prevedono una assunzione ogni due prepensionamenti. Dopo il raggiungimento del ventottesimo esodo, le assunzioni riguarderanno 9 precari scelti dal direttore nel bacino dei precari e collaboratori “storici” del giornale. Tutti gli assunti saranno solo giornalisti articolo 1 o praticanti. Le norme del governo prevedevano invece anche la possibilità di assumere personale non giornalistico.
Cassa integrazione a rotazione. Sono previsti per tutta la redazione 5 giorni di cassa integrazione nel biennio: 2 giorni nel 2020; 3 nel 2021.
Ferie. Smaltisce più ferie chi ha un monte arretrato più alto e chi rientra nella platea dei possibili prepensionati.
Stage. Congelati per altri due anni.
Premio di risultato. Congelato per il 2021. Ma ai giornalisti con reddito imponibile sotto gli 80 mila euro verranno corrisposti 300 euro in buoni carburante.
Collaborazioni. Impegno dell’azienda per una stretta sulle collaborazioni più blasonate e soprattutto su quelle di ex colleghi pensionati che in alcuni casi svolgono mansioni di redattori e inviati, anche in ruoli delicatissimi.
Investimenti. L’azienda si è impegnata a destinare più di 4 milioni di euro di investimenti prevalentemente all’ammodernamento del sistema editoriale.
Scontrini e auto. Resta il rimborso di 2700 euro l’anno per aggiornamento professionale.
Auto aziendale. Resta, per la parte di redazione che ne mantiene il diritto, l’attribuzione di un’auto aziendale.
Incentivo all’esodo. Messa soltanto a verbale la proposta del cdr: per incentivare le uscite e compensare anche quanto i colleghi perdono sull’importo della pensione rispetto a quello che maturerebbero al raggiungimento dell’età pensionabile, incentivo pari ad un anno di retribuzione con un meccanismo a scalare al trascorrere del tempo tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva uscita per prepensionamento.