giorgio levi

Corriere, arriva la cassa

(foto archivio ©Il Times)

Urbano Cairo, che per il magazine online Reputation Science è il miglior manager italiano, appena un paio di mesi fa, quando si era profilata all’orizzonte una nuova crisi dell’editoria, e nonostante i buoni conti del bilancio e dividendi appena distribuiti agli azionisti, aveva proposto per Rcs 75 prepensionamenti su 354 giornalisti (50 al Corriere della Sera, 15 alla Gazzetta dello Sport, 10 nei periodici), oltre ad ulteriori ammortizzatori sociali per impiegati, poligrafici e operai (in questo caso le uscite spontanee arriverebbero a 200 su 850 dipendenti).

Il Cdr del Corriere, e le altre organizzazioni sindacali, avevano dichiarato irricevibile la richiesta di Cairo e trovato un accordo con l’aziendaottenendo una riduzione dei prepensionamenti. Saranno 63 in tutto (di cui 38 e non 50 al Corriere) e su base volontaria.

Al loro posto, secondo quanto pubblicato da Affari Italiani, nel rapporto di un’assunzione ogni 2 prepensionamenti, saranno inseriti giornalisti articolo 1 o praticanti, senza ricorrere all’assunzione di tecnici digitali e informatici, non giornalisti, come pure consentito dall’ultima legge di bilancio. L’accordo passa ora al vaglio dell’assemblea di redazione e poi sarà sottoposto ad un referendum fra i giornalisti (il 20 aprile), prima dell’incontro di Cdr e azienda al ministero del Lavoro (cui spetterà la parola finale in merito alla concessione dei prepensionamenti e della cassa integrazione) del 22 del mese.

Tra le altre misure prese dall’editore, previsto anche il congelamento del premio di risultato per il 2021 (ma ai giornalisti con reddito imponibile inferiore agli 80 mila euro annui verrà riconosciuto un rimborso di 300 euro in buoni carburanti, come pure è confermato il rimborso di 2.700 euro annui per aggiornamento professionale), mentre non è chiaro se ci sarà, come proposto dai sindacati, una stretta sulle collaborazioni con firme già andate in pensione ma che hanno continuato a rivestire mansioni di redattori e inviati.

Quanto alla cassa integrazione, al Corriere della Sera si sostanzierà in 5 giorni di cassa integrazione nel biennio (2 giorni nel 2020 e 3 nel 2021) e riguarderà tutti i giornalisti meno il direttore Luciano Fontana, evitandone così un possibile utilizzo “persuasorio” nei confronti di chi potrebbe richiedere il prepensionamento. In parallelo saranno smaltite le ferie, a partire da chi ha un monte arretrato più elevato e chi rientra nella platea dei possibili prepensionati.

Credits

Affari Italiani