giorgio levi

“Il giornalismo è veleno! Semina il panico!” Ecco perché siamo un Paese di cazzoni irresponsabili che scappano e prendono d’assalto i treni

Il commento più benevolo invitava la gente a randellare i giornalisti, colpevoli da due settimane di essere i seminatori di questo generale panico che morde le chiappe a tutti. Ieri sera poi l’ira dei social si è accentrata sulla giornalista del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini che per prima sull’edizione online del suo giornale ha diffuso la bozza del decreto del governo, realtivo ad un altro giro di vite nelle zone dove il virus ha colpito più duramente.

Sarzanini è stata coperta d’insulti (soprattutto su Twitter) da migliaia d’indemoniati cultori delle esecuzioni di massa. La domanda Sarzanini ha fatto bene o male a dare la notizia? è caduta nel vuoto sommersa dall’orda umana pronta soltanto ad una esecuzione sommaria. Forse la stessa massa d’idioti che a tarda sera hanno preso d’assalto i treni a Milano per fuggire al Sud (dove per altro sono stati respinti).  Cazzoni irresponsabili. Della stessa pasta di quelli che da giorni invitano la gente a non leggere i giornali, a non guardare la televisione, a non informarsi, perché il giornalismo è veleno. Senza i social non sarebbero nessuno, Fb e Twitter hanno scoperchiato i tombini delle fogne ed eccoli qui.

Sarzanini ha fatto benissimo a dare quella notizia. Come Gianni Riotta ha twittato: “Abc del giornalismo. Dare le notizie. Punto”.  E’ esattamente l’essenza di questa professione.

Così come ha ragione Nello Scavo di Avvenire: “Chi da ieri sta calunniando Fiorenza Sarzanini non ha capito (o finge) che i giornalisti devono fare i giornalisti. Il problema non è un reporter che pubblica una notizia (l’informazione è democrazia) ma chi non sa gestire la comunicazione in emergenza”.

Ho attraversato personalmente molte ere geologiche di questo mestiere. Dagli anni di piombo del terrorismo a Mani Pulite alle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche riportate su giornali. E la reazione, soprattutto politica, era sempre la stessa: fermate i giornalisti! Ma  la domanda unica, vera e incontestabile è la medesima di ogni tempo: credete che le intercettazioni siano arrivate nelle redazioni con le proprie gambe o qualcuno le ha consegnate ai giornalistI? cadeva nel vuoto. Esattamente come oggi.

Scrive su Twitter Beppe Giulietti, presidente di Fnsi: “Chi all’interno di palazzo Chigi ha fatto uscire la bozza di un decreto ancora non siglato va immediatamente messo alla porta”.

La responsabilità del panico generale va ricercata attorno al tavolo del governo, non sulle pagine dei giornali. Scrive Pigi Battista: “Il provvedimento più drammatico della storia repubblicana affidato alle cure di Rocco Casalino”.

E conferma Gianni Riotta: “Il disatro comunicativo tutto del governo. Conte dovrebbe tirare le conseguenze e in fretta se vuole che il suo gabinetto tiri avanti”.

E’ possibile che stamattina siano volate le stoviglie a Palazzo Chigi. Ma Jacopo Iacoboni (La Stampa) invita a sdrammatizzare con un tweet il corto circuito istituzionale: “Una nuova ondina di polemiche e populismo contro il giornalismo. Il coronavirus si porta dietro pure questo effetto collaterale, abbiate pazienza”. E aggiunge in un altro commento: “Svegliatevi abbandonate la campagna contro il giornalismo. Anche stavola il provvedimento è stato fatto uscire da qualcuno del governo”.

Chi invita a non leggere i giornali si metta l’animo in pace. Fino a quando vedrà pubblicate le notizie che lo mandano fuori dai fogli vuol dire che siamo un Paese libero. Quando non accadrà più vorrà dire che i giornali saranno morti e con loro anche questa povera democrazia.