
(foto archvio ©Il Times)
La frase non poteva essere più infelice. Sulla Stampa di ieri raccontando l’episodio di antisemitismo accaduto a Torino domenica scorsa, l’articolista ha scritto, a proposito dell’ennesima vittima di questa vicenda: “Suo padre era di origini ebraiche, sua madre italiana”. Il più banale, classico, stupidissimo, ma anche grave errore in cui si può incorrere quando si affronta il tema dell’antisemitismo e del razzismo in generale. Confondere la religione di appartenenza (cattolica, ebrea, musulmana, protestante) con la nazionalità del Paese in cui si è nati e si vive. Come se un ebreo (musulmano, indù, protestante) non fosse italiano.
Quella frase ha fatto saltare sulla sedia e sui social più di una persona. Giustamente tutti scandalizzati dalla leggerezza dello scritto. Perché spesso l’antisemtismo nasce da qui, dall’ignoranza e dalla noncuranza con cui si fa informazione.
Così oggi il giornale ha pubblicato le sue scuse nella Cronaca di Torino (mentre il pezzo era uscito nella pagine nazionali), che potete leggere qui sotto.
Questo, mi sento di dire, eviterà una denuncia della giornalista al Consiglio di Disciplina dell”Ordine dei giornalisti. Come sarebbe stato opportuno. Tuttavia, non è il primo caso e non sarà l’ultimo. Ne sono stato spesso testimone in prima persona, in più occasioni. A scuola, sul lavoro, con amici. Gente che vedi tutti i giorni e che si stupisce che io, con questo cognome, possa essere cattolico e persino italiano.
Alla visita medica, che un tempo si sosteneva prima del servizio militare (anni Settanta, lontanissimi dalla caduta del fascismo) il medico ufficiale che mi visitava mi disse: “Ma come, tu non sei circonciso?”. E io: “Sono cattolico, dottore”. Lui: “Tu sei ebreo. E io sono un ufficiale!”.
Eppure la famiglia di mio padre è arrivata a Torino dalla Spagna (per fuggire da quella vacca della regina Isabella) alla fine del 1400. Sono torinese da più di 600 anni. Pochissimi concittadini possono vantare origini tanto lontane nei secoli. Ma questo spesso è obnubilato da quella identità: ebreo. Persino tra i giovani giornalisti. Mi sa che la strada sulla conoscenza è ancora piuttosto lunga.