giorgio levi

M5S: “Attacco vigliacco della stampa al senatore del Movimento Lannutti”

Con il tradizionale gioco delle tre carte il M5S ribalta, a proprio piacimento, la questione sul senatore Elio Lannutti, candidato grillino alla presidenza della Commissione banche, incarico a cui ha rinunciato ieri attraversato da una sorta d’illuminazzione divina.

Sul blog del Movimento un lungo post a difesa del senatore e il solito atto d’accusa ai giornaloni: “Tra ieri e oggi i giornali hanno attaccato in maniera vigliacca il nostro Senatore del MoVimento 5 Stelle Elio Lannutti accusandolo di conflitto di interesse perchè suo figlio lavora per la Banca Popolare di Bari. Il figlio di Elio è un impiegato semplice che prende uno stipendio di 1.700 euro al mese e non ha, ovviamente, alcun potere decisionale sulle sorti della banca in quando non fa parte del Cda nè ha ruoli dirigenziali. E’ un ragazzo di 33 anni che, qualche anno fa, dopo aver perso il lavoro, si è laureato, con il massimo dei voti con una tesi sul diritto bancario ed è stato contattato per l’assunzione da alcune aziende tra cui la Banca Popolare di Bari per la quale lavora da allora. Dove sarebbe il conflitto di interesse per il quale Elio è stato sbattuto come un mostro in prima pagina? Sarebbe come accusare il ministro dei Trasporti di conflitto di interesse nel caso il figlio fosse un autista!”.

Massì, facciamoci anche una risata. Sul senatore Lannutti pesa una durissima accusa di antisemitismo, riassunta benissimo qui, da Il Foglio. Altroché il figlio che lavora in banca. Il gioco delle tre carte del M5S nel nascondere i problemi e nel ribaltare le accuse non dovrebbe più stupire, ma resta di fondo quella insopportabile e irrinunciabile indignazione.