giorgio levi

Da Roma a Torino, attesa per l’annuncio ufficiale della cessione del più grande gruppo editoriale di quotidiani alla famiglia Agnelli

Grandissima attesa nel mondo editoriale per il Cda di Cir (De Benedetti) di lunedì prossimo. Ancora poche ore e capiremo a che punto è la trattativa di cessione di Gedi alla famiglia Agnelli. Da quello che si sa è praticamente conclusa, gli avvocati delle parti stanno rifinendo gli ultimi dettagli. L’annuncio del Cda di Cir è arrivato ieri a Piazza Affari chiusa e rinviata la comunicazione alla riapertura della Borsa. Gedi è una società quotata in Borsa e il rischio di speculazioni, in casi come questo, è sempre molto alto.

Intanto fonti vicine a John Elkann affermano che il numero uno di Fca avrebbe chiarito i tre punti chiave di questa maxi operazione che sposta il più grande gruppo editoriale di quotidiani italiano da Roma a Torino. Vediamo quali.

1. Rispetto massimo per l’indipendenza redazionale, perché sostiene Elkann il giornalismo di qualità troverà sempre un mercato, “a condizione che l’autonomia redazionale sia genuina, autorevole e indipendente”.  Lo dice qualsiasi editore e lo disattende quasi contemporaneamente. Ma un po’ di fiducia a Elkann va data.

2. Puntare le carte migliori sulla rivoluzione digitale. Molto in ritardo, ma con gli adeguati investimenti e senza sacrificare il posto di lavoro di altri dipendenti si può fare.

3. Completare l’integrazione organizzativa all’interno di Gedi e nessuna intenzione di cedere Repubblica, nemmeno al vecchio De Benedetti, che forse un po’ ci spera ancora. E così Radio Deejay e Radio Capital.