giorgio levi

Subalpina, finisce l’era Tallia-Comazzi. E non è come dirlo

Stefano Tallia con Alessandra Comazzi. In secondo pieno Stefano Lorusso, segretario Fnsi (fotografia archivio ©Il Times)

Con la riunione dell’esecutivo di qualche giorno fa si è di fatto chiusa l’era del tandem Tallia-Comazzi alla guida del sindacato dei giornalisti piemontesi. I colleghi andranno al voto il 1° e il 2° dicembre e dopo 10 anni dovranno scegliere una nuova leadership. Chi, lo dirà il risultato del seggio, vedremo.

Per intanto escono di scena il segretario Stefano Tallia e la presidente dell’Associazione Stampa Subalpina Alessandra Comazzi. Dirò subito, con la stessa franchezza con cui scrivo su questo blog, che non sarà facile replicare questo decennio sindacale. Sono stati anni durissimi per l’occupazione,  il mercato,  il lavoro di chi sta nelle redazioni e per le speranze di centinaia di persone che aspettano uno straccio di contratto e per altre centinania che lavorano tutti i giorni per 10 euro a pezzo. Anni in cui il confronto aziende-sindacato si è, in molti casi, azzerato per volontà dei primi. Basti pensare ai due giorni di sciopero dei giornalisti della Stampa di qualche settimana fa a cui l’editore non ha nemmeno replicato invitando il Cdr ad un tavolo di trattativa, per evitare almeno il secondo giorno di sciopero. Ho molti anni di attività sindacale alle spalle, compresi quelli alla guida del Cdr della Mondadori durante la guerra di Segrate per il controllo della casa editrice, per non saper distinguere i segnali che arrivano dagli editori. I tempi sono diversissimi, i modi sono sempre i medesimi.

Che cosa hanno fatto  e che risultati hanno ottenuto Tallia e Comazzi non starò a riassumerlo qui, lo hanno esposto in queste ultime settimane e in diverse occasioni. Posso soltanto dire che a Stefano mi sento legato da un rapporto di amicizia, che mi auguro reciproco. Una decina di anni fa, quando ancora ero alla Stampa, mi aveva offerto la possibilità di tornare all’attività sindacale dopo gli anni milanesi. C’è stata subito intesa, che non è finita quando ho dovuto lasciare l’esecutivo della Subalpina per diventare consigliere regionale dell’Ordine. Una comunanza politica della società è stata utile, nonostante la differenza di età, per frenare la mia diffidenza verso un tifoso del Toro. Delle due l’una, o Stefano mi ha convinto che non tutti i granata sono uguali. O io sono stato particolarmente fortunato.

Per Alessandra, al di là della stima professionale, non posso che esprimere per lei tutto il mio bene fraterno (conviene specificarlo perché suo marito si chiama Giorgio). E’ una lettrice di questo blog e soprattutto delle mie cazzatine che scrivo su Facebook. E ogni volta mi dimostra tutto il suo affetto. Negli anni che sono stato alla Stampa in via Marenco speravo sempre di un finire un giorno nella sua redazione, non è mai capitato, e mi è sempre spiaciuto moltissimo. Se nella prossima vita, quando torneremo da queste parti, se non mi sarò riciclato in un millepiedi, e se sarò abbastanza ricco da poter fondare un giornale, Alessandra sarà il direttore. A lei avevo affidato la prefazione del mio Volevo essere Jim Gannon. Quando mi ha detto che l’avrebbe scritta, ora posso confessarlo, per l’emozione mi si è ingarbugliato lo stomaco per un paio di giorni.

Infine debbo un ringraziamento ad entrambi per tutto quello che la Subalpina ha fatto, in questi anni di mia presidenza, per il Centro Studi Pestelli. Stefano ha sempre sostenuto i progetti che abbiamo elaborato insieme. Dalle nuove edizioni dei saggi della nostra prestigiosa collana, al Premio Pestelli, alla produzione di  documentari sulla storia del giornalismo. Io credo che le sensibilità delle persone non siano replicabili, quello che di buono c’è nella vita accade in un certo momento e non in altri. Vedremo.

Chiudo, con una personalissima annotazione.  Tallia ha portato in Rai la storia drammatica dei miei zii Giorgio e Giacomo, morti ad Auschwitz. E’ stato presente (con la mia amica Alma Toppino di TorinoSette), unici due colleghi, alla posa delle pietre d’inciampo a loro dedicate. Un gesto così non scontato resta nel cuore, per sempre.

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