Radio Flash 97.6 chiude. E questa volta è per sempre. Nata nel 1976 è stata una scuola di giornalismo per molti ragazzi torinesi, che nei decenni successivi e in altri luoghi faranno strada in questa professione. A quei tempi eravamo davvero in pochi. Io nel 1977 esordivo con un programmino a Radio Torino International, per poi passare dopo pochi mesi alla televisione. Eravamo pochi ma pieni di entusiasmo, energia, voglia di fare. Zero quattrini in tasca, mezzi tecnici primitivi, lavoravamo anche 10 ore al giorno. A caccia di notizie, di scoop, come dicevamo allora. Radio Flash e Radio Torino erano molto diverse tra loro. Per impostazione politica e per generi di palinsesto. Ma c’era un pubblico per tutti, non dovevi rincorrere i radio ascoltatori o i telespettatori. Erano loro che venivano da te. Si sintonizzavano, telefonavano, partecipavano ai programmi. Con lo stesso entusiasmo dei conduttori.
E’ stata una stagione rivoluzionaria e dolcissima. Quelle radio e quelle televisioni erano la nostra casa. Con i compagni e le compagne di lavoro si diventava amici e qualche volta amanti. Era il nostro meraviglioso mondo pieno di speranze. Poi è andata com’è andata e tutto è finito. Altre rivoluzioni si sono sovrapposte alla nostra.
Dario Celli, oggi giornalista del Tg2 Rai, fu tra quei pionieri e racconta su Facebook la sua Radio Flash: “Dal 1976 alla fine degli anni ’80 Radioflash 97.7 fu una fucina di intelligenze creative, conduttori radiofonici e giornalisti che negli anni successivi arricchirono il mondo: in quella Radioflash – ne “la banda di Flash” – c’erano Daniele Abbattista (ora a Roma, con me alla Rai, lui a Radio Rai), Paolo Griseri (ora a Repubblica), Massimo Gibelli (ora a Roma, capo ufficio stampa Cgil nazionale), Mario Bosonetto (ora a La Stampa), Linda Di Franco (ora a Los Angeles), Elisabetta Sanino (ora a Rochester, NY), Paolo “Mixo” Damasio (ora a Roma, a Radio Capital), Ivo De Palma (ora doppiatore), Marco Papa, Cristiana Erbetta (da sempre la grafica designer della radio), Mauro Bazzani e Gianpaolo Utveggio (oggi a Roma), Giancarlo Bertelle, Salvatore “Totu” Romagnolo, Alberto Campo, Renato Striglia, Claudio Manzoni, Mauro Parissone (oggi regista e autore tv), Paplo Maria Lauri, Valerio Cascelli, Piera Jade, Marco Basso, Pino Zappalà, Dario Lombardo, Alberto Ferrero, Ivano Canteri, Gigi Restagno, Laura Tori, Vittorio Loli, Franco Zaccagni (sua la voce di quasi tutti i jingles), Tonino Rinaldi, Claudio Bondioli, Stefano Belviglieri, Vittorio Castellani, Simona Ressico, Massimo Garbaccio, e tanti altri.
E poi – anzi, primi fra tutti – Francesco Carboncini, Luciano Casadei ed Enrico Marletto, i boss di quel gruppo eccezionale.
Radioflash organizzò i più importanti concerti italiani di quegli anni: la tournée italiana di “Banana Republic” con Dalla, De Gregori, Ron e gli Stadio; la tournée dei Rolling Stones negli stadi di Torino e Milano, Bob Marley, Madonna, James Brown, Joe Cocker, Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, e Franco Battiato, e Eugenio Finardi, e PFM, e Alberto Fortis, Richie Hevans, Arlo Guthrie, Country Joe McDonald, Vasco Rossi, Lou Reed, Genesis, Weather Report, PFM, Antonello Venditti, Napoli Centrale, Ginger Baker, Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Rockets, Billy Cobham, Ramones, the Police, Peter Gabriel, Banco del Mutuo Soccorso, Pino Daniele, Toto, The Cure, Jackson Browne, Bob Dylan, Zucchero, Depeche Mode, Ray Charles e molti altri”
Stefano Tallia, segretario dell’Associazione Stampa Subalpina (il sindacato dei giornalisti piemontesi) scrive: “La notizia della chiusura di Radio Flash addolora. Un altro pezzo della storia dell’informazione e della cultura torinese si spegne. L’auspicio è che a breve su quelle stesse frequenze possa nascere un progetto editoriale nuovo, capace di valorizzare le professionalità e le competenze che hanno lavorato in questi anni nella radio. Nell’esprimere solidarietà e vicinanza ai colleghi, l’Associazione Stampa Subalpina è pronta a fare la sua parte perché questo patrimonio non vada disperso”.
Radio Flash era l’ultima radio libera ancora in FM di quel tempo. Sono trascorsi più di 43 anni. Siamo cresciuti e invecchiati, e da oggi siamo anche molto più soli. Le nostre radio e le nostre televisioni non ci sono più. Con loro se ne sono andate la nostra giovinezza e le speranze di un giornalismo davvero libero e indipendente.