Alla fine è andata come doveva andare. Nella giornata in cui il sottosgretario con delega all’editoria Vito Crimi aveva chiamato a raccolta i giornalisti nell’ultima sessione pubblica degli Stati Generali il sindacato (Fnsi) e Ordine non si sono presentati. Le ragioni le espone qui benissimo il segretario del sindacato Raffaele Lorusso. Crimi recrimina qui e parla di “occasione mancata”. Ma a chi lo dice?
Tuttavia, il senatore Crimi pare avere dimenticato troppo in fretta di appartenere ad una forza politica (M5S) che si scaglia da anni con durezza (e pure con violenza verbale esagerata) contro la categoria dei giornalisti. Dimentica che il leader e fondatore del suo partito aizzava le folle contro i giornalisti. Come dimenticare le liste di proscirzione di Beppe Grillo? Come far finta di niente su tutte le accuse d’incapacità, di essere servi del potere, di proteggere una casta che sono state, e sono, la bandiera politica del M5S.
Come fa Crimi a dimenticare che lui stesso non riconosce come interlocutori sindacato e Ordine? Agli Stati Generali di ieri erano stati invitati “tutti i giornalisti” e non le loro rappresentanze di categoria.
Come fa Crimi a dimenticare che a lui, Fnsi e Ordine, avevano chiesto mesi fa di aprire un tavolo di confronto a patto che gli esponenti del M5S chiedessero scusa per gli insulti piovuti per mesi sull’intera categoria?
Come fa Crimi a chiedere a Inpgi di aprire un dialogo agli Stati Generali quando lui stesso (e il presidente della Camera Fico) aveva negato la possibilità all’ente previdenziale di aprire le porte, allargare la platea degli iscritti e provare così a risanare le casse di un bilancio gravemente deficitario?
Come fa Crimi a non ricordarsi che lui stesso è stato il promotore di una legge che abolisce i finanziamenti di Stato a piccole realtà di giornali locali, cooperative e di area cattolica?
In realtà Crimi tutto questo lo sa. In questi mesi di Stati Generali ha spinto nella direzione voluta dal M5S. E cioè smantellare l’intero sistema giornalistico italiano. La risposta c’è stata ieri. Adesso prenda atto del fallimento di questa inutile assise, che senza l’apporto dei giornalisti non andrà da nessuna parte.
E chiuda il baraccone, prima di arrivare a conclusioni che non serviranno mai al Parlamento per modificare o promuovere nuove leggi che regolamentino il mondo dell’informazione.