giorgio levi

Un paio di cosette su queste elezioni

C’è poco da fare, mi piace gareggiare. Farei qualsiasi tipo di competizione sportiva, se avessi un’altra età. Sì, lo so. Ci sono le olimpiadi over qualcosa, perciò non è detto. Intanto, la gara di ieri non è stata niente male. Intendo quella elettorale, dove 5 candidati si sono contesi 3 posti per entrare nel consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti. Che è composto da 6 professionisti (tre entrati al primo turno) e da 3 pubblicisti.

Mi ero un po’ incazzato domenica scorsa al primo turno perché per soli 4 voti di differenza sul quorum dovevo giocarmi i playout. Sarà che non mi piace perdere. Comunque, alla fine è andata bene e tutto il gruppo di Insieme per l’Ordine è entrato in consiglio. Resterà in carica 3 anni. Nei prossimi giorni il consiglio eleggerà presidente, vice presidente, segretario e tesoriere. Vedremo, intanto ci sono alcune cosette che non posso non rilevare su queste elezioni piemontesi.

  1. Il basso numero di votanti è una costante. E’ così da secoli. Tutti se ne battono dell’Ordine il giorno delle elezioni, salvo poi chiedere, telefonare, guardami questa pratica, non ho i soldi per pagare la quota, chiedo solidarietà, il giornale ci licenzia, quanto crediti devo avere, a chi posso rivolgermi. La scelta di non votare è anche in parte politica. Se sto sul culo a qualcuno non c’è ragione che costui venga a votarmi. Poi però, tesoro mio, tieni la schiena diritta per il resto dell’anno. Ho un collega che su un quaderno segna tutti i nomi di chi viene a votare. Tizio sì, Caio no. Poi per il resto dell’anno tiene lì il quaderno a portata di mano.
  2. Per la prima volta entra in consiglio una collega professionista giovanissima. Ieri pomeriggio nelle lunghe ore ad aspettare i votanti ho raccontato a Chiara Priante (che ha ottenuto un ragguardevole numero di voti) del mio esordio come telecronista sportivo di Retequattro nel 1984. “Quando sono nata io!” mi ha detto gioiosa. Deve averle fatto lo stesso effetto che faceva a me  mio nonno quando mi raccontava del fronte sul Carso nella Prima guerra mondiale. L’ingresso di Chiara è un ottimo segnale, c’è poco da fare. E’ il primo parziale svecchiamento del parco auto. Se è andato giù il Muro di Berlino, figurati l’Ordine. Voglio vedere però Chiara alla consegna delle pergamente alle Pantere Grigie prima di Natale.  Altroché fronte del Carso. Se non si getta dallo scalone di Palazzo Ceriana sarà una eccellente consigliera.
  3. Cristina Mazzariello è un altra giovanissima professionista che ieri ha gareggiato nel ballottaggio. Ha ottenuto un buon numero di voti, la competizione è stata onesta e leale. Ha messo un po’ di pepe al confronto, da quanti anni non accadeva? Brava. Cristina rappresentava il mondo dell’informazione in rete, l’oggi e il domani di questa professione. Vuol dire migliaia di ragazze e ragazzi, molti sfuttati, ingannati, illusi. Ma questa è la Rivoluzione. Che non è ancora arrivata, ma che molto presto chiuderà i battenti sul passato. Quante volte ho percepito in consiglio quell’aria di sufficienza  quando l’argomento è l’online. Si vabbè, d’accordo, lo ha scritto Lo Spiffero? Sì vabbè, d’accordo. Lo Spi che? “Fate molto male a ridere” dice Clint Eastwood ai Baxter in Per un pugno di dollari prima di farli secchi tutti. Ecco, prima o poi andrà così.

Io spero che tra tre anni le Chiara e le Cristina siano il doppio o il triplo. Sarò molto più felice di andarmene. Vuol dire che l’Ordine, che nessun Parlamento riuscirà mai ad abolire, sarà in buone mani. Tanto la pergamena dei 40 anni di professione l’ho già presa.