Sono di nuovo giorni di boicottaggi economici nei confronti degli editori sotto forma di mancata pubblicità su giornali o riviste. Il catalogo delle ritorsioni non è certo privo di fantasia quando inchieste o articoli non sono graditi agli investitori. E’ accaduto nei giorni scorsi a Il Fatto Quotidiano per un’inchiesta su Eni che non è piaciuta all’azienda, che ha però dichiarato di non avere cancellato alcuna campagna pubblicitaria sul giornale di Travaglio. Una sorta di mini ritorsione è accaduta all’Espresso per un pezzo su Alitalia. Il magazine del Gruppo De Benedetti questa settimana non è stato distribuito agli ospiti della compagnia aerea.
Sul tema è intervenuta anche la Fnsi: “Ci sono molti modi per ostacolare il diritto di cronaca, uno di questi è il boicottaggio economico delle testate sgradite. La mancata distribuzione dell’ultimo numero de L’Espresso sui voli Alitalia, decisa dopo la pubblicazione di un’inchiesta sui conti della compagnia ne è un esempio. Allo stesso modo non può passare sotto silenzio la scelta dell’Eni di far cessare la campagna pubblicitaria in corso con Il Fatto Quotidiano in seguito alla pubblicazione di una serie di articoli dedicati alle presunte tangenti legate ad una transazione commerciale con la Nigeria. Notizie ed inchieste per altro fondate su atti processuali pubblici. Spetta anche all’Autorità di garanzia del settore far sentire la sua voce a tutela del pluralismo editoriale e del diritto di cronaca”.
E’ comunque una storia che si ripete. Nei miei anni di Mondadori ne ho viste di tutti i colori. Soprattutto nei magazine femminili. Dai servizi di moda tappetino per non scontentare uno stilista che ti tiene costantemente sotto la pressione della pubblicità ad articoli costruiti apposta per ingraziarsi i favori di qualche industria di rossetti o profumi. Alcuni direttori avevano le palle per rifiutare i ricatti, altri le avevano perse, altri si vantano di non averle mai avute. Riporto qui questo pezzo, con anedotti divertenti, di Gianni Barbacetto che ripercorre la storia dei piccoli e grandi ricatti nei confronti dei giornali.
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