Chi c’era negli anni Sessanta e Settanta non può averlo dimenticato. Saro Balsamo, l’editore di Men e Le Ore con la sua International Press. Chi non ha cercato di comprare Le Ore in una edicola di periferia o addirittura in una città diversa dalla sua? Chi non ricorda il leggendario titolo: Tira una sega ad un amico e lo riduce in fin di vita? Era il massimo del proibito. E le Ore Mese no? Insomma, niente internet, la prima donna nuda l’ho vista in un disegno a 8 anni su un Playboy americano nella palestra della mia scuola elementare, il primo film porno a 15 anni importato su un super 8 dalla Svezia, mica è come oggi.
Comunque, Saro Balsamo era diventato miliardario, così lo descrive l’Espresso, annunciando l’uscita del libro edito da Iacobelli Porno di carta. Vita, morte e miracoli di Saro Balsamo, l’uomo che diede l’hardcore all’Italia, scritto dal giornalista Gianni Passavini, che nella casa editrice di Le Ore ha lavorato a pieno tempo per una decina d’anni: “L’uomo che ha dato le tette all’Italia, l’artefice, tra i tanti, dei periodici Men e Le Ore è stato uno degli imprenditori più ricchi e maggiormente in vista in assoluto. Ricco, ricchissimo, epico e vanaglorioso, stramondano e sopra le righe, protagonista della Milano che beveva ante litteram. Amante dell’azzardo sul tavolo verde e nel quotidiano, con corollario di flotta di aerei ed elicotteri privati, magioni deluxe dovunque e uno stile di vita da nababbo. Un tycoon a luci rosse spregiudicato e sempre in predicato di diventare un pregiudicato, amico di certi politici e nemico di certa magistratura, coi basettoni d’ordinanza, la parlata lenta e squillante, i capelli impomatati, i completi sgargianti e litri di profumo spruzzato addosso”.
Aveva precorso anche la moda dei gadget allegati ai giornali, regalando foulard di seta, agendine, braccialetti egizi, porta carta d’identità, gemelli da polso, perfino un impermeabile. Alla fine è morto quasi in povertà, colpito da un ictus, nel 2005, dimenticato da Wikipedia e dai suoi vecchi amici.
Ecco alcuni dei titoli dei pezzi più famosi: Con doppia fava mia moglie sbava, A Carnevale ogni schizzo vale, Uccello nero, un chiavar sincero. Firme, alle volte, mitiche. Ai bollenti tabloid Balsamici hanno collaborato scrittori come Luciano Bianciardi e Ugo Moretti, anzi quest’ultimo ne è stato addirittura direttore. Poi a un certo punto sono rimasti soltanto gli pseudonimi (preferibilmente in inglese o francese) e le iniziali. Nel 1982, la redazione di Le Ore era composta da Ezio, Osvaldo e Gianni P, Valerio, Sara, Giorgia e Giovanna, Pigi e Maurizio. Alla fine, addio a tutti.
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