Per essere contorta questa storia lo è senz’altro. Tutto comincia da qui, Repubblica di Genova pubblica un’intervista al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. La firma è di Marco Preve, giornalista della redazione di Genova. Apriti cielo. A Toti quanto riportato da Repubblica non va per niente bene e sul suo profilo Facebook scrive il post che si legge qui sotto.
Ripreso con solerzia dal sito della Regione: “Su Repubblica edizione di Genova sono stati pubblicati stralci di una conversazione, anzi, direi di un litigio, tra me e un giornalista che non è stato in grado di intendere il senso delle cose e degli esempi puramente fittizi usati nella discussione. Credo che questo modo di fare non aiuti la professione, il giornale per cui lavora, e la nostra regione”.
Sempre su Facebook risponde Preve, che pubblica anche il file audio dell’intervista e scrive: “Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a proposito di un articolo a mia firma scrive sulla sua pagina Facebook (post ripreso da un solerte comunicato stampa della Regione) che quanto da me riportato non era frutto di un’intervista autorizzata e addirittura scrive che più che di un’intervista si è trattato di un litigio. Allora: l’intervista è stata chiesta giovedì mattina al capo ufficio stampa della Regione Jessica Nicolini. In pomeriggio si è svolta l’intervista telefonica in un clima tutto sommato cordiale. Tutto quello che ho scritto è stato detto da Toti. Il governatore non poteva equivocare sul fatto che fosse un’intervista visto che noi due non ci conosciamo, non ci siamo mai parlati, non abbiamo amicizie comuni. Non perdo altro tempo a scrivere la mia versione”.
Un paio di considerazioni finali. Toti sostiene che tutti i giornalisti (un po’ fighi, non le mezze calzette che fanno cucina in redazione) vanno in giro per l’Italia a presentare convention di natura varia. E pure ben pagati. Ma chi glielo ha detto? E distinguere la convention privata da quella pubblica no? C’è poi questo fatto, Toti, che è stato direttore del del TG4 di Berlusconi, mostra di non ricordare più le regole base di questo mestiere. Quando tu presidente della Regione parli con un giornalista (che non è tuo figlio, tuo nipote, tuo fratello, e anche così ci andrei cauto), anche se sei scazzato per il tono che ha preso quella telefonata, sai benissimo che quelle parole finiranno in pagina. Come e in che modo lo deciderà il giornale, non c’è bisogno di nessuna autorizzazione. E’ un po’ come quei politici che, dopo una chiacchierata, ti fanno chiedere da un addetto stampa con una pacca sulle spalle: “Magari se scrivi un pezzo poi me lo fai leggere prima”. A chi? La regola vecchia di secoli, e Toti la conosce, è: quando parli con un giornalista parli con un giornalista, non con il tuo confessore. Per quanto mi riguarda io non ho mai accettato nemmeno la frase off record, quella può chiedermelo un mio amico parlando delle corna che gli mette sua moglie. E poi non è nemmeno detto.
PS. Nel file audio ad un certo punto Toti dice “il buco del culo di Camogli”. Impareggiabile.
Credits.
Il file audio della telefonata di Marco Preve a Giovanni Toti.
Vabbe deferiamolo all’ordine di milano vediamo se lo sanzionano, ma anche come diceva Veltroni, l’ufficio stampa che ha “ripreso” sul sito della regione. Questi colleghi, alcuni anche amici oltre che colleghi (lo siamo tutti) è inutile che prima diano lezioni poi una volta lì all’u.s. regionale dimentichino di essere giornalisti. Dipendenti pubblici? Ok, ma i limiti e i vincoli della deontologia valgono anche per loro. So di essere antipatico ad alcuni colleghi per queste mie posizioni, forse più di Preve che come rugginosita’ non mi è inferiore, ma ecchecazzo (deferitemi per ecchecazzo) siete caduti come “louasso”: ma se fate i giornalisti anche se in un posto delicato come un u.s. mica avrete dimenticato che un cronista normale, non un marziano, registra, riprende: è una tutela per sé e per gli altri. Smentita la smentita che non era una smentita: in questo caso non solo carta parla, ma anche il file..evviva il mio amico ancor prima che collega, Marco Preve…