I dati sulla formazione professionale in Piemonte sono stabili, in generale, anche in questo ultimo giro prima della pausa estiva (luglio e agosto non ci saranno eventi) il numero di chi ha frequentato i corsi è in linea con quello della scorsa stagione. Siamo sempre intorno al 40% per cento, meglio della maggior parte delle regioni d’Italia. Direi un po’ in calo, d’altra parte la diminuzione delle persone che partecipano agli eventi è visibile a occhio nudo. Fuori dal giro dell’istruzione obbligatoria restano comunque più di 4 mila iscritti. Gli stessi del primo anno, lo zoccolo duro dell’opposizione ai corsi.
La domanda però è questa: concluso questo secondo anno che si farà nel 2016? Com’è noto gli ordini regionali sono in grado di promuovere eventi perché l’Odg nazionale stanzia ogni anno una cifra che dovrebbe coprire i costi a livello locale. Il Piemonte ha ricevuto nel 2014 circa 29 mila euro e ha programmato corsi interamente gratuiti per tutti. In Lombardia e nel Lazio (che ricevono proventi molto maggiori) una buona parte sono a pagamento.
Ora sembra, da voci romane attendibili, che i quattrini per finanziare la formazione nel 2016 non ci saranno più. Fine della corsa. La ragione non è nota, ma è ovvio che senza quattrini non si va da nessuna parte. L’ordine del Piemonte fa quadrare i conti per la normale amministrazione, non lo farò andare in rosso con la formazione.
E’ però presto per dire se si giocherà e come il prossimo campionato, è possibile che tutta l’acquisizione dei crediti si compia online e che la rete diventi il punto centrale della formazione. Sarebbe la soluzione migliore o la meno stupida o forse l’unica. Ad ogni buon conto chiuderemmo una parentesi che la maggior parte dei giornalisti non avrebbe voluto nemmeno aprire.