giorgio levi

Domani si vota per eleggere i delegati al congresso Fnsi. Ma le divisioni interne al sindacato non faranno bene ai giornalisti piemontesi. Ritrovare l’unità

A partire da domani 4 dicembre iniziano le votazioni per eleggere i delegati dell’Associazione Stampa Subalpina che andranno al congresso della Fnsi in programma a Riccione dal 14 al 16 febbraio. Domenica con il seggio a Torino e nei giorni successivi con il voto online.

Per la prima volta, da molti anni a questa parte, il fronte sindacale che si riconosceva in una lista unitaria andrà diviso al voto. Qui non starò a citare nè nomi, nè liste. Quello che m’interessa è indicare in questa frattura, che si è creata all’interno del partito di maggioranza l’enorme rischio che corrono i giornalisti piemontesi. Le beghe, i mal di pancia, i sottintesi, le rivalità, i falli in area, le gelosie, le brame di potere, l’irresistibile attrazione per una poltrona purchessia, il detto e non detto m’interessano assai poco.

Quello che dovrebbe far riflettere tutti è che, in un momento così grave per chi svolge questa professione, forse il peggiore dell’intera storia del giornalismo italiano dal dopo guerra ad oggi, con le aziende editoriali che non riescono a far risalire la curva in picchiata delle vendite, con gli abbonamenti digitali e la pubblicità che non colmano lo scompenso, con bilanci sempre più traballanti e con migliaia di colleghi sfruttati e sottopagati, il sindacato come si presenta a chi dovrebbe votare i suoi delegati? Marcatamente diviso.

Nel sindacato le divisioni non hanno mai fatto bene a nessuno. Negli anni Ottanta ho avuto una lunga e impegnativa esperienza sindacale, alla guida del cdr dei circa 500 giornalisti di Mondadori, nel pieno di quella che passò alla storia come la Guerra di Segrate tra Berlusconi e De Benedetti. Eravamo il terzo incomodo tra due padroni che si strappavano di mano la più importante casa editrice d’Italia. Ovviamente non potevamo incidere sulle battaglie economiche e finanziarie, ma la nostra voce di giornalisti si sentì, eccome si sentì. Assemblee, scioperi, blocchi degli straordinari, volantinaggi, riunioni di redazione, divisi nelle idee, ma sempre uniti nell’azione sindacale. E chiedevamo una cosa sola: non aumenti di stipendio, ma garanzie d’indipendenza e libertà. Forse non ottenemmo esattamente quello che volevamo, ma fummo per anni l’esempio, non solo a Milano, di una fortissima unità sindacale.

Ecco, qui volevo arrivare. Il giornalismo piemontese deve ritrovare la via dell’unità. Perché adesso, proprio adesso, non abbiamo alternative. E l’unità si costruisce con il confronto aperto, faccia a faccia. La strada dei social per ripicche e battibecchi non serve assolutamente a nulla. Il dibattito e anche i litigi vanno ripresi guardandosi negli occhi, perché è così che si lavora nell’interesse di tutti.

Fino a pochi anni fa questo accadeva al congresso regionale che eleggeva i vertici della Subalpina. Poi le norme sono cambiate e il congresso è stato abolito. Per me è stato un errore e lo dissi anche all’ultima assise, della quale fui presidente. L’assemblea annuale o la presentazione del bilancio sono poca cosa. Il vero confronto nasce quando chiami i colleghi al voto e gli offri l’opportunià di confermare o cambiare i vertici del sindacato. E’ lì che si discute ed è lì che alla fine, tra mediazioni e convergenze, si trova il filo dell’unità.

Nei prossimi giorni tutto questo non ci sarà. Più veleni che mani tese. E’ un peccato, perché ci sarebbe bisogno delle capacità di tutti. Pertanto, o ritroviamo la strada dell’unità, anche come dimostrazione di compattezza nei confronti degli editori, o indeboliremo ancora questo sindacato, che dopo la fine di Inpgi viaggia su un terreno molto sconnesso.

3 thoughts on “Domani si vota per eleggere i delegati al congresso Fnsi. Ma le divisioni interne al sindacato non faranno bene ai giornalisti piemontesi. Ritrovare l’unità

  1. Mi pare che tu stia mischiando le carte per far paura agli incetti, perché è evidente a tutti che a trattare con gli editori andremo insieme come sindacato, la Fnsi è una e una sola resterà. Esprimere dissenso nelle grandi organizzazioni è legittimo mi pare, o siamo al pensiero unico obbligato? È stata una settimana pesante per voi cugini bianconeri, è comprensibile un po’ di malpancismo. Un abbraccio plurale!

  2. Assomigliamo sempre di più ai nostri governanti, che però critichiamo aspramente: per ogni mal di pancia nascono nuovi partiti, schieramenti, correnti, fazioni…. E l’unico risultato è l’indebolimento del sindacato! Sono perfettamente d’accordo con Giorgio! La dialettica e il confronto sono fondamentali per crescere, me sempre all’interno di un gruppo unito! Così invece facciamo solo il gioco della controparte…

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