giorgio levi

Resistenza, Resistenza, Resistenza

Ho trovato due notizie che, a parer mio fotografano, questo primo giorno del dopo elezioni. La prima è che l’onorevole Emanuele Fiano (Pd) è stato battuto nel suo collegio di Sesto San Giovanni (Milano) dalla senatrice Isabella Rauti (FdI) che tornerà così in Parlamento. Fiano è il figlio di Nedo Fiano, ebreo deportato ad Auschwitz, unico superstite della sua famiglia, e morto due anni fa. E la cui storia drammatica è stata raccontata dal figlio nel commovente Il profumo di mio padre. L’eredità di un figlio della Shoah (Piemme Editore). Isabella Rauti è la figlia di Pino Rauti, segretario del Movimento Sociale (nelle sue diverse forme) e giovanissimo combattente nella Repubblica di Salò, arruolato nella famigerata Guardia Nazionale Repubblicana, ultimo avamposto criminale e combattente di Benito Mussolini.

La seconda notizia è su La Repubblica, edizione di Torino, ed è il racconto della giornata di voto dell’avvocato Bruno Segre, 104 anni, combattente per la Resistenza, catturato dai nazi-fascisti e incarcerato nelle celle delle torture di via Asti. Nell’intervista, scritta da Maurizio Crosetti, Segre, riferendosi al fascismo e alla Costituzione dice: “Il fascismo è una retropagina dell’indifferentismo, è ignoranza, prevaricazione. Fascismo e populismo sono due grandi nemici della democrazia ma non la vinceranno mai. L’Italia sovrana e democratica non ha niente da temere, ve lo dice uno che ha visto quasi tutto”.

La figlia di Rauti continuerà a sedere in quel Parlamento che i suoi progenitori politici ridussero in farsa, e che tornò libero con la Resistenza, proprio per consentire alla senatrice Rauti di vincere nel collegio di Fiano. L’avvocato Segre per contro (o per confortarci) ci indica la strada. Il sentiero dentro cui ritrovarci: la Costituzione.

Ed è proprio qui che dovremo vigilare, senza fraintendimenti, senza tentennamenti, senza malintesi. La Cosituzione, com’è oggi, è nel mirino di Meloni, non lo ha mai nascosto e il presidenzialismo (suo obiettivo) stravolgerebbe la Carta.

Che fare, allora? Tornare nelle piazze, manifestare, solidarizzare con gli studenti consapevoli, con i ragazzi di Friday for Future, affiancare gli operai nelle loro rivendicazioni, proteggere gli stranieri che scelgono l’Italia per lavorare, difendere con voce ferma e battagliera il bene pubblico, la sanità, la scuola, l’assistenza, le pensioni. Dovremo essere rumorosi, fastidiosi, intransigenti. Tenere sotto mira il prossimo governo di destra e ad ogni centimetro di stravolgimento della Costituzione fermare il Paese. In piazza, nelle strade, ovunque.

Lo so, è tutto molto ambizioso e antico. Ma siamo entrati in una dimensione politica sconosciuta e pericolosa, vigilare anche sui dettagli non è una opzione, è una necessità. Anche fisica, meno social e più manifestazioni. Sono vecchio, ma posso tornare in piazza anche domani mattina.

Perciò, oggi più di ieri, Restistenza, Resistenza, Resistenza.

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