
Impegnato in ben altri compiti (sentieri impervi, lunghi cammini tra boschi di larici e pini, escursioni in fitta vegetazione fino ai passaggi in quota, la montagna è la mia vita vera) non ho badato alle cosucce quotidiane della categoria. Provo a riassumerle qui, prima che mi dirotti verso la tappa di spiagge e onde selvagge.
La prima cosuccia è la gaffe de Il Corriere della Sera che ha maldestramente annunciato la morte di Eugenio Scalfari pubblicando sul Instagram il coccodrillo che avevano da parte. C’è rimasto pochi secondi, quanto basta però agli screenshiottisti di professione d’immortalare la cazzata. Ok, capita. Scalfari però ha 98 anni e non sta tanto bene. Speriamo che nessuno glielo abbia detto. O magari sì, si dice che porti fortuna.

La seconda cosuccia è il costante calo di vendite (carta e online) dei quotidiani anche il mese scorso, non è una novità, ma sarebbe confortante che il crollo dei giornali si sostituisse a quello del Covid, i numeri ormai si pareggiano, ma i giornali si spengono molto più rapidamente del virus.
La terza cosuccia riguarda l’Inpgi, tema sul quale non avevo più intenzione di tornare, ma una dichiarazione dell’ex presidente Marina Macelloni mi obbliga ancora una volta a scriverne, l’ultima. Ad aprile, quando l’ente che presiede è già fallito, anche per incapacità gestionale, (tema sul quale qui e in altri post di questo blog mi sono soffermato spesso) aveva detto: “Non ho mai ritenuto e non ritengo tutt’ora, che il mio compenso sia immorale o non etico, come è stato di fatto definito”. Va bene, credo non sia necessario aggiungere altro, questa volta partita chiusa per sempre.
La quarta cosuccia riguarda l’elezione di Alberto Sinigaglia a presidente del Polo del ‘900, la maggiore istituzione culturale torinese che raccoglie enti, associazioni e altre fondazioni. Sinigaglia è stato molte cose nella vita professionale. Giornalista de La Stampa dagli anni Settanta, responsabile dell’allora leggendaria Terza Pagina, l’uomo giusto al posto giusto alla nascita di Tuttolibri, presidente per più di 10 anni dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, presidente per molti altri anni del Centro Studi sul giornalismo Pestelli, attuale presidente della Fondazione Burzio. E poi scrittore, romanziere, saggista, responsabile di collana dell’editore Aragno, e forse molto altro. Proprio tutto tutto non so. Con lui, nei miei 9 anni da consigliere dell’Ordine, ho avuto qualche contrasto all’inizio del mandato, pur essendo entrambi parte della stessa maggioranza. Diciamo, due visioni diverse sui compiti e sui progetti di un ordine professionale, in crisi di consenso. Tant’è. Il tempo lima le asperità, ed è quello che è accaduto. Ad ogni buon conto, oggi io in qualità di presidente del Pestelli, non potrei fare a meno della presenza di Alberto alle riunioni del consiglio di amministrazione. Un consiglio, un ragionamento, un’idea, cultura come patrimonio dell’uomo e Sinigaglia viaggiano insieme sullo stesso treno da sempre. Ed è esattamente questo il suo maggior pregio, tenere alto il filo del sapere.
Il Times tornerà tra una mareggiata e l’altra, chissà quando, restate collegati.