
I numeri parlano chiaro. E povero senatore del M5S Vito Crimi, che credeva con la sua crociata di tre anni fa di spazzare via i contributi dello Stato ai giornali. Tutto cancellato. Tutto come prima, anzi di più. Nel 2021, quotidiani e periodici hanno ricevuto dallo Stato 386,6 milioni di euro. Lo dice il rapporto del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria. L’incremento è del 120% negli ultimi due anni.
ll rapporto illustra un paragone con altri 6 Paesi europei (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito e Svezia). Secondo i dati raccolti l’Italia spende poco rispetto al suo Pil: lo 0,014%. Solo l’Austria risulta tenere più stretti i cordoni della borsa.
Tuttavia, i 386 milioni sono una cifra indicativa. Scrive DataMediaHub, che ha analizzato nei dettagli il rapporto: “Tutto questo nonostante non venga preso in considerazione il valore dell’Iva agevolata al 4% che pare essere un importo non quantificabile dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria” E allo stesso tempo “non sono presi in considerazione neppure i dati sulla pubblicità legale, che tra il 2016 e il 2021 sono pari a circa 300 milioni di euro. Cifra tutt’altro che trascurabile, dove il maggior peso è proprio quello dei ricavi derivanti dall’obbligo per le pubbliche amministrazioni di pubblicazione degli avvisi di gara e aggiudicazione. E non vengono neppure presi in considerazione gli importi per i prepensionamenti dei giornalisti e del salvataggio dell’Inpgi, che secondo le stime del Fatto Quotidiano ammontano a ben 2,5 miliardi di euro. Come non sono conteggiate le sovvenzioni alle agenzie di stampa, che tante controversie hanno generato in questi anni”.
Infine, c’è da tenere conto dei contributi indiretti, e tra questi quelli dell’emergenza Covid. Tra i quali va conteggiata la cosiddetta forfetizzazione dei resi (i giornali invenduti), portata al 95%. In buona sostanza, significa che l’Iva, già di per sè agevolata al 4%, si paga solo sul 5% delle copie consegnate o spedite. Altri contributi Covid riguardano crediti d’imposta per campagne pubblicitarie, distribuzione ed acquisto carta.
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