giorgio levi

Un altro 1° Maggio perduto

(la foto è di Massimo Masone La Voce e il Tempo)

Oggi è il 1° Maggio. Quella che un tempo si chiamava Festa del Lavoro, o dei Lavoratori. Poi è arrivato il virus che ha cancellato buona parte della nostra vita e, insieme a tutto il resto, come se non fosse già abbastanza, abbiamo perso anche questa giornata di partecipazione collettiva ad una festa che nel 1945 fu il simbolo della ritrovata libertà.

Come ricordava Anita Di Vittorio, compagna del leader sindacale di Cerignola: “Ho assistito in seguito, nel corso di più di dieci anni, a centinaia di manifestazioni delle quali Di Vittorio fu oratore ufficiale, ma quel Primo Maggio resterà tuttavia, per me, indimenticabile”.

Diciamoci la verità, la partecipazione dei giornalisti al corteo di Torino, soprattutto in questi ultimi 10 anni, non è mai stata una presenza massiccia. Anzi, al contrario, direi una partecipazione mingherlina e risicata. Tuttavia, quel ritrovarsi in piazza Vittorio alle nove del mattino, davanti al Caffè Elena, lo srotolare lo striscione Associazione Stampa Subalpina, infilarsi nel corteo in cammino in via Po, ritrovare amici e colleghi, scambiarsi battute e opinioni, mostrare alla città che i giornalisti non sono una lobby che tesse trame segrete, ma lavoratori come tutti gli altri, aveva un significato morale e politico.

C’eravamo e questo per noi contava. In un mondo del lavoro in gravissima crisi, dove i precari rappresentano la maggioranza dei lavoratori dell’informazione, dove gli editori non trovano un via d’uscita che freni il crollo delle vendite, dove l’online non riesce a recuperare quello che si perde nelle edicole, dove ci sono giornalisti pagati 15, ma anche 5 euro lorde ad articolo, dove nessuno tra gli investitori sa dire se e come torneremo ad avere un mercato editoriale decente, ecco in un mondo dove accade tutto questo anche quella nostra famigliare partecipazione al corteo del 1° Maggio ci faceva sentire bene. Magari solo per quel giorno.

Domani saremo un’altra volta tutti più soli e sarà un giorno come un altro.

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