giorgio levi

Tornare ai blog

Ho scritto un paio di giorni fa su Facebook che per un po’ mi sarei assentato dal social. Ho spiegato nei dettagli perché, ma ho anche detto che questo non significa ritirarsi dalla rete. Trasferisco semplicemente tutto sul mio vecchio blog (con nomi diversi esiste da 25 anni!) e allargo la produzione di post sul mondo del giornalismo a quella di notizie dedicate alla politica e all’economia in tempo di pandemia.

In uno dei tanti commenti di due giorni fa qualcuno ha scritto: “Ma non capisco perché dare tanta importanza a Fb, è un posto dove cazzeggiare, starci cinque minuti e fare due risate”.

Nel 2018 Fb aveva 30 milioni di abbonati in Italia, oggi potrebbero essere 35 milioni. Di questi circa il 70% usa il social come fonte primara per informarsi. Questo significa che almeno 18 milioni d’italiani leggono su Fb le notizie che trovano.

Io svolgo da più di 40 anni la professione del giornalista, ho attraversato molte ere geologiche della tecnologia. Oggi su Fb ho 5 mila follower, la metà dei quali sono giornalisti sparsi per il mondo. Ognuno ha, a sua volta, altri migliaia di contatti e questo consente a tutti di scambiarsi progetti e opinioni. E informiamo, io riporto nei miei post le fonti da cui attingo le notizie, vado in caccia di fakenews e quando le ho trovate le segnalo ai lettori. Perciò su Fb non cazzeggio e il più delle volte nemmeno mi diverto.

Oognuno poi è libero di osservare il fenomeno social come gli pare. Ma il dato certo è che Fb ha diversi tipi di lettori. Il problema è che oggi questo sistema di comunicazione diretta è degenerato. La pandemia ha avvolto i social in una nebbia spessa dentro la quale si scatenano gli isitinti più bassi alimentando violenze verbali, discussioni, polemiche. Il concetto base dei social è l'”Io”. Io sono io e tu sei nessuno, io urlo e tu stai zitto, io ho idee diverse dalle tue, che comunque sono sbagliate e questo è il fondamento.

Pur vantandomi di avere una esperienza di internet antichissima (ho partecipato ai primi esperimenti in rete alla fine degli anni Ottanta) non avevo capito di quanto profonde sarebbero state le radici che i socialnetwork sarebbero riusciti a mettere. Nel 2007 pensavo che saremmo arrivati al 2012 e che poi il fenomeno si sarebbe estinto come tanti altri della rete. Invece siamo ancora qui. Il numero degli utenti nel mondo di Fb non cresce più (2,5 miliardi) ma resta stabile. Facebook è cioè riuscito a raggiungere un tetto spaventoso di utenti e che questi non solo non lo abbandonano ma continuano ad utilizzarlo.

Per quanto mi riguarda scendo da questo treno, che non rispecchia più quello che io considero fondante per la comunicazione. Torno al blog, la prima forma di comunicazione sociale in rete, come già stanno facendo altri. Luogo virtuale aperto a tutti, fuori dal fortino litigioso dei social, che ha la sua tenda ben piantata in questa meravigliosa prateria del sapere che è internet.

Risalirò sul treno Fb ogni volta che lo riterrò opportuno, segnalando i titoli dei post di questo blog. Chi vorrà leggerli, però, dovrà venire qui. Libero di commentare, come sempre.