giorgio levi

Fuoco alle polveri. Il bonus da 500 euro di Inpgi fa incazzare i freelance. Tagliati fuori quelli che hanno aderito all’offerta Casagit. E fino a giugno non potranno presentare domanda

(foto di Bongkarn Thanyakij da Pexels)

Il dibattito sui social, a proposito dei 500 euro che Inpgi 2 ha deciso di devolvere ai freelance in difficoltà in questi mesi di emergenza sanitaria e quindi di calo degli introiti, ha scatenato una vera e propria rissa verbale e una generale protesta nei confronti dell’ente di previdenza dei giornalisti.

Vediamo come si presenta la situazione, tra bonus da 500 euro di Inpgi e i 600 euro stanziati dal governo a favore dei liberi professionisti che aderiscono a cassa private. Dopo l’annuncio di Inpgi di avere stanziato ben 42 milioni di euro per il 2020 a favore dei freelance. E soprattutto a quali condizioni è concesso il bonus. E se questo bonus è cumulabile con i 600 euro dello Stato.

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato qui un dettagliato articolo che spiega bene qual è la situazione all’oggi. Proviamo ad andare per capitoli.

Chi ha diritto al bonus Inpgi. Hanno diritto all’una tantum di 500 euro i giornalisti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), lavoro autonomo o a Partita Iva che abbiano avuto nell’ultimo triennio (2017-2019) un reddito compreso tra 2.100 e 30 mila euro e che dimostrino una riduzione dei propri compensi tra marzo e maggio di quest’anno di almeno il 33% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso a causa del coronavirus. Non devono inoltre aver aderito alla Casagit,  usufruendo del sostegno concesso dall’Inpgi pari appunto a 500 euro. Si tratta di circa 2.800 giornalisti, per un esborso per l’Istituto di circa 1,4 milioni. E ovviamente non si tratta di uno stanziamento creato per l’occasione, è sempre la stessa torta sfornata per il progetto di iscrizione alla Casagit da cui è stata tagliata una fetta per questa circostanza.

Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano: “I soldi accantonati sono molti di più, almeno il doppio. Lo stanziamento deciso dall’Ente (e approvato dai ministeri vigilanti) è infatti pari in totale a 9 milioni di euro per il triennio 2019-2021, mentre la spesa sostenuta dall’Istituto è pari a 1,6 milioni per ogni anno, con un risparmio totale di oltre 4 milioni. L’Inpgi però ha deciso di usarne solo un terzo, che peraltro difficilmente sarà tutto incassato dai giornalisti freelance. Infatti, quanti di loro potranno dimostrare di aver perso almeno il 33% dei compensi tra marzo e maggio 2020? Per dimostrarlo poi, dovranno aspettare quantomeno il mese di giugno, quindi fare richiesta e aspettare che l’Inpgi valuti le domande ed eroghi, finalmente, l’una tantum.

Il bonus Inpgi è cumulabile con il contributo dello Stato? Qui la faccenda non è così chiara. I 500 euro ricevuti sono esentasse? E  si possono aggiungere all’indennità prevista dal decreto Cura Italia? Secondo quanto dichiarato da Inpgi sì, perché questa è una misura  studiata apposta per sopperire ai ritardi del governo nel sostenere i lavoratori autonomi.

Il contributo pubblico. L’indennità statale (600 euro esentasse) dovrebbe in realtà arrivare molto prima rispetto ai 500 euro una tantum dell’Inpgi. Le richieste dovranno essere presentate all’Inpgi a partire dal primo aprile, che anticiperà i soldi per poi riceverli dal Fondo di ultima istanza. E riguarderà tutti i freelancei che nel 2018 hanno dichiarato redditi esclusivamente da lavoro autonomo non superiori ai 50 mila euro.  Chi ha incassato tra 35 e 50 mila euro dovrà dimostrare una riduzione di almeno il 33% del proprio reddito nel primo trimestre 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019. Chi ha invece percepito compensi sotto i 35 mila euro, dovrà semplicemente dichiarare che la propria attività è stata “limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza Covid-19”. In tutto dovrebbe riguardare 10 mila persone, anche se il conto non è ovviamente possibile farlo.

Ma quanti freelance riusciranno ad avere l’indennità? Qui la faccenda si complica. Il governo ha stanziato per il Cura Italia liberi professionsiti 200 milioni di euro. Ma è chiaro che sono destinati a tutti i lavoratori autonomi delle varie casse di previdenza private. Al momento nessuno ha ancora spiegato come verranno suddivisi per ente.

Dunque, la misura di sostegno di Inpgi a favore dei freelance, la cui attvità lavorativa è stata danneggiata dal coronavirus, è di 1,4 milioni di euro, a fronte dei 42 milioni che Inpgi ha dichiarato di avere stanziato per i freelance.

Il Fatto Quotidiano ha messo le mani in tasca all’Istituto: “Il grosso, pari a 20 milioni, è lo stanziamento per il cosiddetto Prestito solidale a tasso zero, variabile da 2 a 25 mila euro da rimborsare in 36 mesi (a partire da settembre 2020), riservato agli iscritti alla Gestione separata con reddito 2018 compreso tra 7.500 e 50 mila euro che dimostrino di aver subito una riduzione dei compensi di almeno un terzo nel trimestre marzo-maggio 2020 rispetto all’ultimo trimestre del 2019. Anche in questo caso, nessuno potrà chiedere il prestito prima di giugno. Inoltre, l’entità del prestito è direttamente collegata al reddito perso, con una media del 50% (aumenta in base all’anzianità di iscrizione all’Inpgi). Se un giornalista freelance guadagnava, per dire, 15mila euro l’anno (somma superiore alla media) e ha perso un terzo dei guadagni, cioè 5 mila euro, potrà ottenere un prestito al massimo da 2.500. E poi dovrà rimborsarlo in 3 anni con rate mensili da 69,40 euro. È anche prevista la possibilità di sospendere le rate di prestiti in corso per due volte, per un massimo di 12 mesi, sempre a patto di dimostrare di aver subito danni dall’emergenza sanitaria.

Parte degli altri 20 milioni sono destinati a pagare indennità o congedi ai genitori (anche affidatari) di figli fino a 12 anni, pari al 50% del reddito quotidiano (si divide per 365 quanto dichiarato) per un massimo di 15 giorni, senza copertura figurativa dei contributi previdenziali e in alternativa all’eventuale bonus bebè dell’Inps. Inoltre, sempre nella somma totale è compreso l’impatto sulle casse dell’Inpgi del rinvio a fine ottobre 2021 dei contributi minimi per il 2020 (la scadenza era il 31 luglio di quest’anno) e della possibilità di dilazionare in 12 rate i contributi a saldo per il 2019 dovuti entro il 31 ottobre 2020.

A conti fatti, insomma, l’Inpgi darà molto meno di 42 milioni ai giornalisti lavoratori autonomi, difficilmente arriverà alla metà, più probabilmente nemmeno a 10 milioni, di cui gran parte tornerà nelle casse dell’Istituto con la restituzione dei prestiti solidali. Scrive Il Fatto Quotidiano: “E questo a fronte di un patrimonio di quasi 650 milioni di euro a fine 2018 (ultimo dato di bilancio disponibile)”.