giorgio levi

Vacanze finite. Ma non per tutti. Vito Crimi potrebbe prolungarle, se perde la delega all’editoria. Chi al suo posto?

Raffaele Lorusso, segretario Fnsi (foto archivio Il Times, © vietata la riproduzione)

Alla fine si deve pur tornare. E’ che i tramonti  e le albe marine sbiadiscono in fretta in mezzo a questo grigiore. L’estate però è stata goduriosa, soprattutto per il mega mega mega dibattito politico da spiaggia. Un po’ social, un po’ live. Vedere Salvini abbandonare la sua collezione di felpe delle forze dell’ordine mi ha messo di buon umore.

Per quanto mi riguarda la domanda che sfrulla è: che ne sarà del sottosegretario M5S Vito Crimi con il nuovo governo? Chi legge questo blog capisce benissimo perché me lo domando. Il senatore Crimi aveva con Conte 1 la delega all’editoria ed è stato forse il politico della storia più avverso ai giornalisti e alla loro professione. Si è adoperato in ogni modo per combattere la casta dei giornalisti, punto ideologico fondante del M5S. In 14 mesi ha infilato bastoni tra le ruote all’intero comparto dell’editoria, compresi gli imprenditori. Prima con la presunzione di mettere all’angolo i giornaloni (ideologia comune con Salvini, che però è un giornalista professionista), poi tagliando i fondi alle cooperative dei giornalisti e inventandosi gli Stati Generali dell’Editoria per promuovere una legge che abolisse l’Ordine dei giornalisti. E infine provando ad affondare l’ente di  previdenza Inpgi, impedendogli di allargare la platea degli iscritti e invocandone il commissariamento.

Insomma, Crimi ne ha fatte davvero di tutti i colori. Ora la situazione è questa. Crimi è un pezzo di storia del M5S, appartiene all’ala dura del movimento. Al famoso tavolo in streaming con Bersani c’era lui davanti agli uomini del Pd. Di Maio, che ha già piazzato Riccardo Fraccaro come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, vorrebbe la riconferma di Crimi nello stesso ruolo che occupava nel Conte 1.

Da parte sua il Pd ha già pronto il deputato e giornalista Walter Verini, attuale commissario Pd in Umbria, che come scrive Il Manifesto è “una figura apprezzata trasversalmente da tutta la maggioranza e che è senz’altro di garanzia del pluralismo e della libertà di stampa”. Tuttavia, in campo ora sembra che sia sceso anche Roberto Chieppa, segretario generale alla presidenza del Consiglio, vicinissimo al primo ministro Conte che lo vorrebbe delegare, se l’affaire Crimi non andasse in porto, ai problemi dell’editoria.

Tutto è molto nebuoloso. Per ora c’è una dichiarazione di Raffaele Lorusso (segretario Fnsi) che dice: “Ci auguriamo che il presidente Conte faccia una scelta ponderata nel segno della discontinuità. Non vorremmo ritrovarci da qui a qualche settimana a dover promuovere un’altra iniziativa pubblica per sostenere la necessità di difendere il pluralismo delle voci, soprattutto di quelle voci che sono più deboli, voci delle minoranze e delle differenze, che i tagli scriteriati messi in campo dal precedente governo rischiano di cancellare”.

E’ tutto, domani è un altro giorno e presto arriveranno le nomine dei sottosegretari e allora sarà una goduria.

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