Leggo su Il Corriere della Sera il lungo elenco di annunci di partecipazione per la scomparsa di Sandro Mayer. Su Mayer non ho ricordi, ho lavorato una decina d’anni a Milano in Mondadori nello stesso settore del giornalismo, ma non l’ho mai incrociato, nemmeno come direttore, tra i tanti che ho avuto. Solo ora ho scoperto che era stato direttore, e forse ideatore, di Dolly, dove io ho soggiornato ai ceppi un paio d’anni.
Erano gli anni Ottanta, ricchissimi per gli editori, quando settimanali e mensili aumentavano ogni anno alla velocità della luce, vendevano montagne di copie e si strappavano la pubblicità l’un con l’altro a prezzi stratosferici. Era la coda di una corsa all’oro iniziata già alla fine degli Sessanta. Poi ho perso di vista quel mondo, che non era il certamente il mio.
Quello che oggi mi ha stupito leggendo questa corale e sentita partecipazione di tanti colleghi è l’eccezionale numero di testate, alcune nate più di trent’anni anni fa, che resistono al mercato, alla crisi dell’editoria, all’impoverimento generale che ha investito le vendite e la pubblicità.
Provo ad elencare quelle che ho trovato negli annunci: Chi, Il Settimanale Giallo, Airone, For Man Magazine, Diva e Donna, Nuovo Nuovo Tv, Nuovo Cucina, Arte, Antiquariato, Bell’Italia, Bell’Europa, In Viaggio, Gardenia, Oggi, Io Donna, Dove, Amica, Style Living, Abitare, Insieme, Io e il mio Bambino, Style Piccoli, Imagine, Progetti, Tv Sorrisi e Canzoni, Telpiù, Il Mio Papa, Gente, Hi!, Spy.
La maggior parte sono nel Gruppo Cairo (Rcs e Cairo Editore), altre Mondadori, altre non so.
Così, sono uscito, sono tornato all’edicola e ho chiesto Nuovo Nuovo Tv. L’edicolante, che è uno che smadonna molto, ha rovistato un po’ e alla fine ha concluso che a lui non arriva. E mi ha chiesto: ma davvero lo vuoi?
L’idea banalissima che mi sono fatto è che se ci sono, con tanto di direttori (alcuni dei miei tempi) e redattori, vuol dire che vendono e forse fanno utili, altrimenti Cairo che non è scemo li avrebbe già cancellati dal mercato. Forse ci sono altre spiegazioni, che non so rilevare. Forse l’editoria non va così a rotoli, forse i social e la rete hanno fatto crollare i quotidiani e i settimanali di carattere politico, ma non For man Magazine, che in edicola c’è, probabilmente ha buoni inserzionisti e un po’ di copie le vende. Comunque, io non l’ho comprato.