Leggo oggi questo pezzo del Corriere della Sera, edizione di Torino. A firma Giampiero Timossi è il resonto ben scritto di una sorta d’incazzatura che il Corriere si è preso con Tuttosport e La Stampa. Al centro del giramento di marroni del quotidiano di Gallaria San Federico ci sarebbe il trattamento che gli altri due giornali cittadini hanno riservato in questi giorni alla squadra del Torino e al suo presidente Urbano Cairo. Il quale Urbano, com’è noto a tutti, è anche l’editore del Corriere. Adesso non starò qui a dissertare sul presunto maltrattamento giornalistico dei granata da parte di Stampa e Tuttosport (obiettivamente non mi sembra) e nemmeno invocherò il conflitto d’interessi del presidente di una squadra di calcio che è al tempo stesso il maggiore azionista di alcuni giornali, tra i quali la Gazzetta dello Sport, il più diffuso quotidiano sportivo d’Italia, che si occupa in modo considerevole di calcio tutti i santi giorni dell’anno. E nemmeno che il Corriere di Urbano pubblichi un’edizione torinese che scrive sempre con grande slancio del Torino AC. Tutto questo non lo dirò. In un Paese che ha conflitti d’interesse ad ogni curva, questi mi sembrano sassolini nella pietraia di una cava.
Io credo invece che il Corriere della Sera sia il Corriere della Sera. Per questo giornale parlano la storia, le tradizioni, l’eccellenza dei suoi giornalisti. L’apertura di una redazione a Torino ha spezzato il monopolio Stampa–Repubblica. (Oddio ogni volta che scrivo monopolio c’è un sacco di gente che s’incazza, ma io non ci posso fare niente se l’editore di due dei maggiori quotidiani italiani è lo stesso per entrambi e che entrambi hanno, sul mercato editoriale, interessi economici in comune). A Torino si è aperta con il Corriere una strada alternativa, una scelta diversa, un altro racconto della città. Io spero che i lettori che acquistano il Corriere in edicola siano molti di più delle cifre che circolano, misteriose e non verificabili, ma deboli.
Lo spero, perché adesso del Corriere e della sua redazione Torino non può più fare a meno. E la domanda alla fine torna al pezzo di stamattina. C’era bisogno di una cazzatina come quella del Toro per difendere gli interessi del padrone calcistico e giornalistico? Sa un po’ di cosa d’altri tempi. Il Corriere della Sera è Il Corriere della Sera.