giorgio levi

Che allegra compagnia! Ma futuri onorevoli, chi pagherà l’Inpgi?

Francesca Barra

Il caso più controverso è quello di Tommaso Cerno, detto anche la badante di Mario Calabresi. Portato a Repubblica da L’Espresso con l’incarico di condirettore per affiancare Calabresi in vistoso calo di copie, getta alle ortiche fiducia ed incarico e si abbandona nella braccia di Renzi candidandosi alle prossime elezioni. La storia di Cerno si può leggere qui e non è affatto banale. Da An al Pd, per spiegare la sua scelta ha scritto su Twitter: “Mi chiedono: ma ti candidi? Come fossi il primo italiano che sceglie di portare le sue battaglie culturali, dai diritti civili alla libertà di pensiero, dove possono diventare realtà. E’ una scelta di vita, personale, combattuta. Ringrazio @repubblica per tutto ciò che mi ha dato”. E poi: “Me lo ha chiesto Matteo”. Embè, vuoi mettere. Cerno ha gelato tutti a Repubblica, il più glaciale è stato Calabresi che gli ha augurato buona fortuna. Ma anche l’ad Mondardini non l’ha presa bene. Ora dovrà riallestire un casting di badanti.

Naturalmente Cerno non è il solo ad abbandonare la professione per giocarsi uno scranno in Parlamento. C’è Emilio Carelli, ex direttore di Sky Tg24, che ha dichiarato che la candidatura è arrivata in modo naturale. Ma come Carelli? Mentre facevi la doccia? A quanto pare è andata così: “La mia candidatura per il Movimento 5 Stelle è arrivata in modo molto naturale perché nasce da un rapporto professionale instaurato per Sky Tg24. All’inizio avevo solo rapporti istituzionali con loro. Prima con Davide Casaleggio e con suo padre, poi ho conosciuto diversi militanti, poi sono stato a Rimini alla manifestazione Italia 5 Stelle che ha designato Di Maio. Il rapporto umano si è così consolidato”.  Carelli è in compagnia di  Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania, non un successo travolgente, diciamo.

In corsa con Berlusconi ci sarebbero anche Giorgio Mulè, ex so tutto io direttore di Panorama, che resta in casa e dovrebbe candidarsi con Forza Italia.  Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale e Andrea Cangini, direttore de Il Resto del Carlino.  Tutti ospiti fissi di Vespa, dopo anni di pratica da stuoini si gettano nella mischia, tanto A Porta a Porta ci andranno lo stesso.

Il M5S, che non ha mai perso occasione per far sapere quanto al movimento stiano sul culo i giornalisti, ha arruolato anche Primo Di Nicola già direttore del quotidiano Il Centro, e il giornalista siciliano Alberto Samonà.

L’ultima candidatura in ordine di tempo è quella di Francesca Barra, in quota al Pd. La moglie dell’attore Claudio Santamaria, che sarebbe una giornalista (ma dove poi?) ha dichiarato: “Accetto con orgoglio, commozione e responsabilità. È sempre stato il mio sogno poter contribuire alla bellezza dei valori del nostro Paese e la mia regione è il luogo da cui è partito tutto. Partire dalla mia la terra che non ho mai tradito, che amo, che difendo, che promuovo da sempre, è la realizzazione del progetto di quella bellezza e di quel sogno. Io vi prometto onestà intellettuale e onestà morale. Vi prometto che non vi deluderò, non vi abbandonerò, che proseguirò le mie battaglie condividendole con voi, con gli indifesi, gli ultimi, le donne, le mamme, le famiglie, i nostri figli, gli uomini e le donne che sognano con me un luogo giusto, migliore”. E cazzarola, nient’altro?

Ai candidati una domanda. Una volta eletti, colleghi, pagherete l’Inpgi? Se non ve lo siete chiesti cominciate a farlo.

Tuttavia credo infine che abbia ragione Maurizio Crosetti (La Repubblica) che ha twittato: “Un giornalista faccia solo il giornalista. Se va a fare altro, significa che già voleva farlo prima”.

Credits

AdnKronos